“Oggi ho votato a Sant’Agata di Militello, dove votavano i tesserati dell’area dei Nebrodi. Alle 20 si sono chiuse le operazioni di voto  con un dato di 222 votanti su circa 2000 aventi diritto“, racconta Francesco Natoli, dirigente del Pd di Brolo, sottolineando così la disparità tra il numero di tessere e i reali votanti, sul tesseramento, infatti, non poche erano state le polemiche, era stato perfino presentato un ricorso ai garanti per presunte “anomalie”. 

Ma a destare stupore ad urne chiuse soprattutto il mancato spoglio: “Stranamente non si sono effettuate le operazioni – ha continuato Natoli –  l’urna è stata sigillata e mandata al Commissario provinciale Ernesto Carbone. I dubbi su un maxi accordo provinciale a tavolino si fanno purtroppo certezze anche secondo una voce circolata che dà Renzi  al 67% e Orlando ed Emiliano al 16,5 % ciascuno. Ciò consentirebbe alle tre aree, rappresentate da Pippo Laccoto, Filippo Panarello e Beppe Antoci di dividersi i componenti negli organismi a tavolino, falsando il reale dato elettorale. Sperando che ciò non risponda al vero mi chiedo cosa ne pensano i candidati alla segreteria nazionale, i presentatori delle mozioni e le commissioni di garanzia. Cosa ne pensa il sub commissario provinciale Antoci, paladino di antimafia e legalità. Cosa ne pensa del tesseramento appena concluso e dei numeri che ne sono venuti fuori”.

Stamattina è atteso l’arrivo di Ernesto Carbone sullo Stretto, accompagnato da Antonio Rubino, sarà forse questa l’occasione per procedere con la conta dei voti espressi. 

Intanto le accuse di Natoli hanno acceso la polemica su Facebook, provocando la reazione piccata di Giuseppe Antoci, che rivolgendosi al dirigente di Brolo ha detto: “Prima di coinvolgere le persone dovrebbe almeno curare con attenzione un valore che è quello della conoscenza e facendolo avrebbe scoperto che ho scritto un’apposita lettera al partito nazionale proprio perché non mi è piaciuta la modalità utilizzata per il tesseramento”.

A rispondere ad Antoci, è stata poi l’ex assessora alla Formazione, Nelli Scilabra: “Se oggi interviene (Natoli, ndr) con rabbia – ha scritto Scilabra su facebook – è perché da sempre si è impegnato per il partito democratico e purtroppo molto spesso ha ricevuto solo prese in giro. E’ chiaro che non tutto avviene in modo limpido e lineare nelle stanza del partito, lo sappiamo entrambi e lo sa anche Francesco. I giovani oggi più che mai avrebbero bisogno di buoni esempi, di buona politica, perché non ci si può più permettere questa continua “grande fuga”, questa apatia che sfocia solo nella non politica, prassi che sicuramente non farà bene al nostro partito ma soprattuto non fa bene al nostro Paese”.

In attesa di capire se lo spoglio avverrà, la differenza di numeri nebroidei tra i votanti e gli aventi diritto sembra dar ragione ai ricorrenti e a chi in queste ultime settimane ha sottolineato come dato curioso, il numero di 3200 tessere presentate dal deputato brolese Giuseppe Laccoto direttamente a Roma, ovvero bypassando il circolo cittadino, l’unico predisposto al tesseramento. Tessere che non sono mai passate dallo Stretto, neanche perciò dalla Commissione predisposta ad hoc, e tesserati che in buona parte non sono andati a votare, dal momento che nella sezione Nebrodi, da dove viene Laccoto hanno votato soltanto 222 persone, stando a quel che racconta Natoli. Ma era stato il numero complessivo delle nuove iscrizioni al partito – più di settemila in pochi giorni di apertura delle iscrizioni al Partito democratico –  a spingere un’ala del Pd messinese, facente capo a Panarello,  a chiedere una verifica. Le tessere sono state però tutte approvate dalla Commissione romana lo scorso 30 marzo, perfino “commissariando” quella provinciale per il congresso, cioè costituendo una sub Commissione composta da Antonio Rubino, Ernesto Carbone, Filippo Panarello e Nino Bartolotta. Episodio che ha spinto, Angela Bottari, membro della Commissione provinciale, alle dimissioni: “A me non interessa quante siano le tessere fatte da tizio, ma non è ammissibile che le regole siano state cambiate in corso d’opera e tenendoci all’oscuro di tutto. Il circolo di Messina individuato come punto di tesseramento è stato bypassato e successivamente perfino la commissione è stata di fatto ‘commissariata'”.

Intanto alle votazioni nel capoluogo di provincia sono stati non pochi i docenti universitari a presentarsi per il voto delle tre mozioni Pd, circostanza che potrebbe dare ragioni alle voci, che negli ultimi tempi circolavano in città, di un coinvolgimento del rettore, Pietro Navarra, nel tesseramento del partito di Renzi. Navarra è considerato da più parti uno dei prossimi candidati alle Politiche nelle fila del Partito democratico, se dovesse essere confermato il suo coinvolgimento nelle tessere del Pd, svelerebbe la scelta di intraprendere una carriera politica del rettore. 

 

 
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