MESSINA. Si conclude con l’assoluzione il processo nei confronti di cinque medici del Papardo che dovevano rispondere di omicidio colposo. Il caso è quello della morte di un paziente avvenuta nel 2010. Sono stati assolti Antonina Ripepi, Sarina Niosi, Teresa Mazzola, Silvio Tommasini e Umberto Maisano, medici del reparto di Cardianestesia e Rianimazione dell’ospedale Papardo. Per tutti il giudice Valeria Curatolo ha disposto l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”.

 Al centro del processo il caso del decesso di Orazio Urzì Brancati ricoverato il 20 agosto e deceduto il 27 agosto del 2010. Secondo quanto contestava la procura a seguito di un’operazione d’urgenza di asportazione “del tratto vasale patologico con contestuale impianto di protesi aortica” i medici non avrebbero rilevato i segni della presenza di una patologia addominale registrati nel diario clinico. Una serie di sintomi che, per l’accusa, avrebbero dovuto destare allarme imponendo un intervento chirurgico anche alla luce dell’esito della colonscopia effettuata il 25 agosto. Intervento che fu effettuato il giorno successivo dopo che la tac documentava una perforazione intestinale e  l’esistenza di una “peritonite stercoracea” insomma una situazione grave che, malgrado l’intervento “era ormai divenuta irreversibile” tanto che le condizioni dell’uomo peggiorarono fino al decesso per arresto cardiocircolatorio.
 Già nel corso dell’udienza preliminare il gup aveva prosciolto un medico, mentre gli altri cinque erano stati rinviati a giudizio. Nel processo sono stati assolti. E’ prevalsa la tesi della difesa sostenuta dagli avvocati Bonni Candido, Giancarlo Foti e Giuseppe Picciche. Parte civile l’avvocato Fabio Petrucci.
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