MESSINA. C’è un’ordinanza di interdizione, c’è un cartello di divieto (per ventiquattrore, pena addirittura la rimozione col carroattrezzi), sono state poste le barriere jersey in cemento per evitare l’ingresso dei mezzi, eppure i tre parcheggi sulla litoranea, in cui teoricamente non si potrebbe posteggiare, sono presi d’assalto dalle auto e dalle moto come e più di prima. Piazzati negli slarghi della pista ciclabile quasi trent’anni fa, crollati in più parti negli anni scorsi, messa una pezza alla bell’e meglio con la rete arancione di cantiere dopo i crolli, parzialmente recintati in prossimità del margine esterno prospiciente il mare per limitarne l’utilizzo, i tre parcheggi sono stati definitivamente chiusi dopo l’episodio di un mese fa, quando una Smart è stata trascinata sulla spiaggia dal cedimento di uno di essi, quello di Contemplazione. All’episodio è seguita un’ordinanza da parte del comune di Messina, datata 26 luglio, con cui si istituiva il “divieto di sosta 0-24 con rimozione coatta nelle tre aree indicate”. Però a Palazzo Zanca hanno pensato bene di mettere i jersey che impediscono l’accesso al parcheggio solo da un lato, quello di ingresso naturale dalla corsia della litoranea che va verso nord, ma non in quella di “uscita”. Col risultato che le auto vengono parcheggiate regolarmente come prima, incuranti del divieto, facendo un’inversione a U dentro l’area di parcheggio (o entrandovi direttamente dalla corsia opposta), rendendo di fatto inutile il provvedimento.

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