MESSINA. Questa mattina gli operatori della Polizia di Stato della Questura di Messina, diretta dal Questore Gabriella Ioppolo, sono stati impegnati in un’operazione di polizia che ha portato all’esecuzione di 26 misure cautelari: 13 di custodia in carcere e 13 degli arresti domiciliari.

L’operazione di P.G. rappresenta l’epilogo un’indagine partita a seguito un’azione dinamica sul territorio, risalente al novembre dell’anno 2020 quando, attraverso servizi di osservazione e controllo e perquisizioni effettuate in alcuni locali/abitazioni del rione, sono emerse condotte illecite di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Con la coordinazione Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, la Squadra Mobile ha quindi scoperto una compagine delinquenziale dedita alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti volti al procacciamento e alla successiva cessione di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, verticisticamente strutturata agli ordini di tre fratelli, ritenuti capi promotori del sodalizio criminale, insistente nel rione Fondo Fucile.

Grazie all’uso degli strumenti di intercettazione e videosorveglianza sui tre fratelli, sono state raccolte prove chiare dell’esistenza di un sodalizio stabile, finalizzato all’attuazione di una serie di reati riguardo approvvigionamento e lavorazione di cocaina e marijuana, poi rivendute sul territorio cittadino e in provincia, tra Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca.

Le indagini hanno evidenziato anche il coinvolgimento di un infermiere di un ospedale messinese che svolgeva, per conto dei tre criminali, varie attività, tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose.

Insieme ad altri 5 colleghi, sarebbe inoltre responsabile di essersi appropriato di farmaci e di materiale sanitario, utilizzandoli per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti, e di kit di tamponi dell’Azienda Ospedaliera, impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente dietro corresponsione di un corrispettivo in denaro. L’infermiere presentava inoltre false certificazioni che attestavano l’esito negativo di tamponi mai effettuati, per consentire l’accesso in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

Per queste ragioni, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 13 indagati.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina, delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Enna e Vibo Valentia, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale” e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, per un totale di 120 agenti della Polizia di Stato.

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