MESSINA – Il pubblico ministero Marco Accolla ha chiesto 40 condanne nel processo dell’operazione “Tris” condotta da carabinieri e polizia municipale nel 2014 sugli incidenti stradali simulati con la richiesta degli indennizzi. Il pubblico ministero ha chiesto ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale condanne maggiori per le contestazioni di associazione ed una sola prescrizione. Subito dopo la parola è passata agli avvocati della difesa che proseguiranno i loro interventi anche nella prossima udienza.
Questo nel dettaglio le richieste del pubblico ministero: Gaetano Molino 10 anni, Antonina Lui 6 anni, Francesco Bonanzinga 3 anni e 4 mesi, Carmelo Muscolino 4 anni e 6 mesi, Adriano D’Angelo 5 anni, Mauro D’Angelo 5 anni, Maria Concetta Totaro 6 anni, Giovanni Muscolino 3 anni, Ahmed Mouhoub 2 anni e 6 mesi, Saghir Mouhoub 3 anni, Elisa Di Lauro 5 anni, Cristian Panarello 2 anni, Emanuele Cariddi 2 anni, Stefano Ingegnere 2 anni, Nicola Tindaro Basile 2 anni e 6 mesi, Antonio Pesco 2 anni, Said Mouhoub 2 anni, Arcangelo Settimo 4 anni e 4 mesi, Nunzio Commisso, 2 anni, Concetta Campagna 5 anni, Vittorio Contiguglia 3 anni e 4 mesi, Giacomo Lo Surdo 3 anni e 6 mesi, Davide Galletta 2 anni, Tommaso Arena 2 anni, Umberto Di Blasi 4 anni e 6 mesi, Giuseppa D’Angelo 2 anni, Nicola Girasella 2 anni, Rosy Marchetta 2 anni, Sabrina Sciuto 2 anni, Carmela Alaimo 3 anni, Giuseppe Gangemi 4 anni, Antonino Celona 2 anni, Antonino Cucinotta 2 anni e 6 mesi, Lorenzo Donato 3 anni, Angelo Scopelliti 2 anni, Angelo Di Bella 3 anni, Sebastiano Visalli 2 anni, Salvatore Russo 3 anni e 4 mesi, Giovanni Ferrara 2 anni e 4 mesi, Pasquale Di Stefano 2 anni. Infine soltanto per Andrea Mutto chiesta l’assoluzione per prescrizione.
Al centro del processo un’inchiesta nata nel 2011 quando gli investigatori, esaminando la documentazione relativa ad un incidente stradale dell’agosto 2010 si sono accorti che aveva forti analogie con altri due incidenti avvenuti nello stesso posto, lo stesso giorno e la stessa ora. Gli agenti della sezione infortunistica della Polizia municipale, insieme ai carabinieri della Compagnia Sud hanno cominciato ad incrociare dati e documenti eseguendo anche perquisizioni e sequestri. Dalle indagini emerse un’organizzazione che, secondo l’accusa, progettava falsi incidenti stradali con falsi testimoni di sinistri mai avvenuti. La moltiplicazione degli incidenti, secondo l’accusa, avveniva, sfruttando certificati e documenti di episodi realmente avvenuti o di infortuni subìti per altri motivi.