MESSINA. Nella caserma Gasparro Bisconte di Messina “sono emerse rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario, in merito all’accoglienza di nuovi migranti”.  Lo scrive il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in una lettera inviata al premier Giuseppe Conte, alla luce del paventato sbarco nella città dello Stretto di circa 200 migranti.

Nella missiva a Palazzo Chigi, il governatore rileva che “il Centro di primo soccorso ed identificazione, destinato per legge ad una permanenza breve limitata alla identificazione dei migranti, appare strutturalmente incompatibile con l’esigenza del prolungato regime di isolamento a cui dovrebbero essere sottoposti i cittadini non comunitari in arrivo”.

Musumeci ha quindi esortato il presidente del Consiglio dei ministri “a condividere il senso di responsabilità nei confronti della Comunità dei siciliani, anche in ragione dell’emergenza nazionale che sta impegnando tutte le nostre strutture sanitarie nella complessa azione di contrasto alla epidemia Covid-19”.

Le parole del presidente della Regione sono state contestate dal deputato e presidente della commissione antimafia dell’Ars Claudio Fava: “Centonovantaquattro poveracci salvati in mare sarebbero, secondo il presidente Musumeci, una sfida al popolo Siciliano alle prese con i casi del nuovo Coronavirus.Poco importa che non arrivino da Codogno o dalla Cina ma dai lager libici in cui il tasso di mortalità (stupri ed esecuzioni sommarie) è piuttosto alto. La richiesta al governo italiano di impedirne lo sbarco a Messina perché facciano a bordo della nave la quarantena è grottesca. Ma se poi si chiama in causa anche il ‘popolo siciliano’, il grottesco si fa ridicolo”.

Anche Cambiamo Messina dal basso ha preso una dura posizione contro Musumeci: “Il governatore della Sicilia trova il tempo di rilasciare una dichiarazione stonata e  strumentale per continuare a parlare alla pancia della gente, mentre l’intero Paese è impegnato in uno sforzo immane a tutti i livelli per fare fronte seriamente e con responsabilità all’emergenza in corso. Musumeci farebbe meglio a preoccuparsi delle falle e delle incertezze di un sistema sanitario e politico siciliano che si è mosso tardivamente (vedi lentezza nell’attivazione del numero verde, mancanza di tamponi e mascherine in alcune strutture sanitarie, assenza o insufficienza di controlli presso aeroporti, porti, stazioni, ecc…), piuttosto che avanzare proposte pericolose e discriminatorie come la quarantena dei migranti a bordo delle navi. La dura legge del contrappasso che stiamo subendo con il “respingimento” di nostri connazionali, in particolare lombardi e veneti, da parte di alcuni stati dovrebbe fare riflettere maggiormente coloro che in questi anni hanno lavorato contro le politiche dell’accoglienza e dell’inclusione. Gli sbarchi sono sempre avvenuti con il massimo dei controlli sanitari e per di più, in questa circostanza, sono i migranti che devono essere tutelati, visto che è l’Italia il paese con il maggiore numero di contagiati al mondo dopo Cina e Corea. La vera sfida per i siciliani non è l’autorizzazione allo sbarco dei 194 migranti, ma capire se questa Regione e gli enti locali sono in grado di tutelare la salute dei Siciliani di fronte ad un’epidemia che non ha ancora raggiunto il suo picco. Purtroppo quanto sta accadendo in questi giorni non fa ben sperare”.

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