MESSINA. Stanno sbarcando questa mattina al molo Norimberga i migranti soccorsi dalla nave Sea watch a largo della Libia, evento che aveva destato polemiche nei giorni scorsi soprattutto da parte del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che aveva addirittura richiesto una quarantena a bordo per prevenire un contagio dal coronavirus. Ieri sera, inoltre, Musumeci aveva evidenziato “rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario” nella caserma Gasparro Bisconte, che dovrebbe fungere da hospot.

Per i controlli di salute dei 194, è previsto che i medici dell’ufficio di sanità marittima e aerea e di frontiera, salgono a bordo della nave all’arrivo al porto, per un primo controllo sull’eventuale presenza di patologie infettive. Dopo questa verifica è consentito alle persone di lasciare l’imbarcazione. Una volta sbarcati in banchina, le autorità sanitarie pubbliche effettuano un primo screening, mentre all’interno dell’hotspot o del centro di prima accoglienza, viene effettuata una visita medica per rilevare le condizioni generali di salute dei migranti e le eventuali vulnerabilità.

A questo si aggiunge un ulteriore protocollo, derivante dall’emergenza coronavirus. E’ previsto che si possa acquisire la lista dei paesi eventualmente visitati dai migranti negli ultimi 14 giorni, verificando se fra questi vi sia uno dei paesi a rischio, tenuto conto di quanto indicato in un sito quotidianamente aggiornato dall’organizzazione mondiale della sanità”.

In realtà, anche se sul posto oltre le Forze dell’ordine sono intervenuti alcuni sanitari in tuta, lo sbarco dei migranti c’entra ben poco con la diffusione del covid-19, e a prendere posizione contro il governatore Musumeci, sono stati il presidente della commissione antimafia all’Ars, Claudio Fava, e Cambiamo Messina dal Basso.

“Centonovantaquattro poveracci salvati in mare sarebbero, secondo il presidente Musumeci, una sfida al popolo Siciliano alle prese con i casi del nuovo Coronavirus – scriveva ieri, infatti, Fava – Poco importa che non arrivino da Codogno o dalla Cina ma dai lager libici in cui il tasso di mortalità (stupri ed esecuzioni sommarie) è piuttosto alto. La richiesta al governo italiano di impedirne lo sbarco a Messina perché facciano a bordo della nave la quarantena è grottesca. Ma se poi si chiama in causa anche il ‘popolo siciliano’, il grottesco si fa ridicolo”.

“Il governatore della Sicilia trova il tempo di rilasciare una dichiarazione stonata e strumentale per continuare a parlare alla pancia della gente, mentre l’intero Paese è impegnato in uno sforzo immane a tutti i livelli per fare fronte seriamente e con responsabilità all’emergenza in corso – avevano risposto, invece, gli attivisti di Cmdb – Musumeci farebbe meglio a preoccuparsi delle falle e delle incertezze di un sistema sanitario e politico siciliano che si è mosso tardivamente (vedi lentezza nell’attivazione del numero verde, mancanza di tamponi e mascherine in alcune strutture sanitarie, assenza o insufficienza di controlli presso aeroporti, porti, stazioni, ecc…), piuttosto che avanzare proposte pericolose e discriminatorie come la quarantena dei migranti a bordo delle navi. La dura legge del contrappasso che stiamo subendo con il ‘respingimento’ di nostri connazionali, in particolare lombardi e veneti, da parte di alcuni stati dovrebbe fare riflettere maggiormente coloro che in questi anni hanno lavorato contro le politiche dell’accoglienza e dell’inclusione. Gli sbarchi sono sempre avvenuti con il massimo dei controlli sanitari e per di più, in questa circostanza, sono i migranti che devono essere tutelati, visto che è l’Italia il paese con il maggiore numero di contagiati al mondo dopo Cina e Corea. La vera sfida per i siciliani non è l’autorizzazione allo sbarco dei 194 migranti, ma capire se questa Regione e gli enti locali sono in grado di tutelare la salute dei Siciliani di fronte ad un’epidemia che non ha ancora raggiunto il suo picco. Purtroppo quanto sta accadendo in questi giorni non fa ben sperare”.

 

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