MESSINA. A distanza di un anno e mezzo dalla chiusura, riapre il cinema multisala a Tremestieri, nei locali del centro commerciale: un ritorno, molto atteso in città, che deve però fare i conti con la vertenza occupazionale che riguarda gli ex dipendenti di UCI Italia S.p.a., i quali hanno ricevuto a novembre una lettera di licenziamento da parte della Xenon Servizi Srl, società che era tornata nella proprietà del cinema e delle attività di ristoro dopo che la società Uci di Cernusco sul Naviglio, il 30 giugno del 2020, aveva annunciato che il ramo d’azienda relativo al cinema multisala di Messina, in scadenza il 28 luglio 2020, non sarebbe stato rinnovato.

Il nuovo cinema, che domenica 12 dicembre ha riaperto i battenti, sarà gestito dalla società The Screen, che subentra alla Xenon Servizi Srl. Entrambe le società hanno sede a San Gregorio di Catania, allo stesso indirizzo: la Xenon è una casa di produzione cinematografica fondata nel 2011 da Salvatore Palmeri, che dal suo profilo Linkedin appare anche come fondatore e general manager della The Screen.

A fornire la sua versione dei fatti è il sindacalista Giuseppe Fazzi, segretario generale della Uilcom Messina, che ripercorre le tappe della vicenda. «I lavoratori, tutelati dalla Uilcom UIL Messina, hanno vinto a Marzo 2021 la causa per il rispetto della clausola sociale contro la Xenon Servizi, che è stata costretta ad assumerli e metterli in cassa integrazione fino ad ottobre 2021. A novembre, però, quei lavoratori sono stati licenziati. Da quando gestisce il cinema di Tremestieri – spiega – la Xenon Servizi non ha mai voluto assumere i lavoratori ereditati da UCI Italia S.p.a., perché ha sostenuto in sede giudiziaria che nell’oggetto sociale la società non poteva gestire attività cinematografica, salvo poi essere stata contraddetta dalla sentenza che ha sottolineato come l’oggetto sociale della Xenon Servizi prevedeva la gestione del cinema, andando pertanto a perdere la causa ed assumere i lavoratori. Oggi che riapre il cinema di Tremestieri – prosegue – tutti i lavoratori che hanno vinto la causa sono stati licenziati”. Fazzi invoca l’articolo 2112 del codice civile, secondo il quale, “la clausola sociale per i lavoratori vale a prescindere dalla società che gestisce il cinema. È un diritto, quello di questi lavoratori, inalienabile, che rimane vincolato al destino del cinema e non della società che lo gestisce».

La questione sarà portata davanti al tribunale del lavoro da Giuseppe Tribulato, legale che ha seguito (e vinto) la causa di quattro dei lavoratori contro la Xenon, e che si appresta a fare altrettanto nei confronti della nuova gestione. «Ho avuto incarico di far valere i diritti dei lavoratori sia nei confronti di Xenon che di chi gestisce attualmente il cinema», conferma l’avvocato. «Chi e in virtù di quale contratto io non lo so, chiamerò in causa le società, poi sarà il giudice a disporre».

 

 

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