RIMINI. «Qual è l’impatto del vostro lavoro?». L’interrogativo non proviene da un libro di filosofia, ma da Marco Gervasi, giovane messinese che è stato ospite a TEDxCoriano (RN) per un talk (così vengono chiamati dall’organizzazione) basato sulla sua esperienza di studio e formazione.
Marco Gervasi abita a Milano ed è uno dei tanti messinesi che si è formato fuori dalla propria città. Dopo la laurea triennale in Economia e Management presso l’Università degli Studi di Messina ha iniziato a lavorare fuori dall’Italia, a Londra, per una società nel campo dell’energia rinnovabile. In quell’ambiente lavorativo ha compreso l’impatto del proprio lavoro. Che ha avuto delle conseguenze dirette in un villaggio della Mauritania, nell’Africa Sub-sahariana, quando la sua azienda ha portato per la prima volta l’energia e la luce artificiale in un posto dove c’era mai stata.
Ma la passione di Gervasi per il mondo dell’energia rinnovabile ha origine in riva allo Stretto. «All’età di dodici anni, con mio padre – racconta – decidemmo di costruire un pannello solare termico per la nostra casa. Nessuno di due aveva competenze tecniche ma dopo l’estate avemmo un pannello solare termico funzionante».
Ma qual è il suo rapporto con Messina? «La città ha influito tantissimo nella mia formazione, ma anche l’università. Ho studiato all’UniMe e subito dopo sono andato a lavorare per una società inglese con colleghi da Oxford, dalla London School of Economics e tante università di prestigio. Nonostante abbia studiato in un Università che, a detta delle classifiche, è fra le ultime in Italia, non avevo nulla di meno nelle basi di economia».
Nonostante la distanza dalla propria città natale, Gervasi, come tanti altri suoi concittadini che vivono fuori, ha il sogno di tornare a Messina. «È vero che si spopola di molti giovani e io credo nella formazione fuori dalla città. Il mio progetto è quello di continuare a formarmi e acquisire più esperienza possibile, ma un giorno, spero il prima possibile, vorrei creare una realtà in cui giovani come me, che hanno avuto l’opportunità di studiare fuori e formarsi all’estero, possano portare nella nostra città tutto il know-how che abbiamo imparato».
«Messina – conclude – dovrebbe investire nell’attrarre i giovani che sono andati via, creare posti di lavoro e attrarre aziende di un certo livello, così da offrire delle prospettive di lavoro. Se ci fossero le stesse aziende che ci sono a Berlino, perché mi dovrei spostare in Germania se posso lavorare a Messina, a casa mia? Se vi sarà un impegno dalla politica in primis, e quindi delle amministrazioni, nel creare un ambiente idoneo, si potranno riattrarre tanti giovani che ora sono fuori»