MESSINA. Il giorno dopo la scomparsa di Sebastiano Tusa, la politica siciliana esprime il proprio cordoglio per la tragica morte dell’assessore regionale, fra gli otto italiani a bordo del Boeing 737 della Ethiopian Airlines precipitato in Etiopia. Archeologo di fama internazionale, “sovrintendente del Mare” della Regione, Sebastiano Tusa era diretto in Kenya per un progetto dell’Unesco, dove era già stato lo scorso Natale scorso insieme alla moglie Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.

«Sono distrutto. È una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola», è il commento a caldo del Governatore Nello Musumeci, ancora convalescente per un piccolo intervento chirurgico di routine.

Sulla stessa falsariga il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha preannunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali: «Una notizia sconvolgente che mi ha rattristato profondamente. Avevo incontrato Sebastiano Tusa solo due giorni fa con dei giornalisti tedeschi interessati a conoscere il suo lavoro per la cultura a Palermo e come sempre lo avevo trovato appassionato, sorridente e disponibile. La nostra Regione perde un professionista di grandissimo spessore, un vero luminare nel suo campo che ha dedicato la sua vita alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, profondo conoscitore e promotore del valore dell’arte come motore di sviluppo sociale».

A ricordarlo anche il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Regionale, Claudio Fava: “Una notizia drammatica. In pochi mesi abbiamo imparato ad apprezzare la capacità dell’Assessore Tusa di imprimere un taglio di straordinaria professionalità alla gestione dei beni culturali della Sicilia. Un’opera in continuità con il suo infaticabile lavoro di studio e di ricerca. Per tutti noi una perdita grave”, ha dichiarato.
Fra i tanti messaggi di cordoglio, anche quelli di Danilo Lo Giudice, dell’assessore palermitano Adham Darawsha, di Marianna Caronia, del leghista Tony Rizzotto e dell’antropologo Sergio Todesco.

Toccante, infine, il messaggio di addio da parte della Soprintendenza del Mare: «Al di là della carica politica per noi è rimasto il Soprintendente del mare, struttura da lui creata dopo aver dato vita al GIAS (Gruppo Intervento Archeologia Subacquea) e successsivamento allo Scras (Servizio di Coordinamento Ricerca archeologia Sottomarina). A Sebastiano ci legano ricordi bellissimi, un lungo impegno quasi ad inseguire, tra mille difficoltà, il sogno di una Sicilia diversa e bellissima. Per lui che aveva il cuore rivolto al passato ma la mente proiettata al futuro, il lavoro era una forma di impegno civile, totale e totalizzante, a cui si dedicava interamente senza mai fermarsi o abbattersi. Con un entusiasmo che non cessava mai di colpirti e di coinvolgerti. Sebastiano Tusa ci lascia il 10 marzo, il giorno che la storia ricorda come la data della celebre Battaglia della Egadi, che tra tutte le scoperte della sua lunga carriera, era quella di cui andava più orgoglioso: avere ricostruito con precisione lo svolgersi della giornata e il luogo preciso dove avvenne lo scontro, fino ad allora ancora incerto. Ma molti lo hanno conosciuto come archeologo preistorico, settore a cui ha dedicato buona parte della sua vita. Indimenticabile il suo libro “La Sicilia nella preistoria”, scritto quando aveva appena trent’anni. Alla luce delle sue ricerche, i suoi studi in vari siti dell’Isola, la sua visione innovativa dell’evoluzione delle prime comunità di cacciatori e raccoglitori che popolavano la Sicilia, si può affermare che con lui scompare anche l’ultimo grande maestro della preistoria siciliana».

«Per noi – prosegue la nota – è imprescindibile ricordare il suo tratto umano, il suo sorriso, la sua leggiadra ironia. In lui non trovavi mai un ostacolo alle proposte, spesso anche innovative, ma anzi stimoli ed incoraggiamenti ad andare avanti, consigli su come procedere. Generoso e di grande umiltà era disponibile con chiunque, senza guardare cariche o titoli di studio, pronto all’ascolto al dialogo con tutti, a raccogliere e fare proprie idee e progetti e a riconoscere e valorizzare il lavoro altrui. Con lui scompare uno studioso di fama internazionale che dava prestigio alla Sicila, e rappresentava l’anima più bella della nostra terra, che sapeva mettere al centro il recupero della memoria storica e l’orgoglio delle sue radici pur sentendosi contemporaneamente e con lucidità cittadino del mondo. Da oggi la Sicilia perde una dei suoi uomini migliori di cui si sentirà la mancanza man mano che passeranno i giorni e gli anni. Per noi è stato un grande onore, conoscerlo, averlo vicino, lavorare fianco a fianco. Con lui se ne va anche una parte di noi. A tanti mancherà lo studioso prestigioso, il ricercatore instancabile, il funzionario brillante, a noi mancherà il carissimo amico, il fratello maggiore con cui abbiamo condiviso anni di passione e di lavoro avendo insieme nel cuore una speranza in una Sicilia più bella e più giusta. L’auspicio – conclude il comunicato – è che si possa far tesoro della sua eccezionale conoscenza, del suo stile, della sua competenza, del suo entusiamo, della sua umiltà: un modello da seguire ed imitare. Solo in questa maniera può trovare senso una tragedia incomprensibile e una scomparsa inaccettabile».

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