MILAZZO. Nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 10 agosto, all’ interno delle mura del Castello Arabo Normanno di Milazzo, con affaccio sulle Isole Eolie e sul mediterraneo, inizia ufficialmente, alle ore 19.30, l’VIII edizione del Mish Mash Festival. Si riaccendono, dunque, le luci di uno dei palchi più importanti ed emozionanti dell’estate siciliana, e non solo, che da sempre celebra il melting pot culturale dell’isola. Così dal 10 al 12 agosto, il Mish Mash, che affonda, sin dagli inizi, le sue radici nella cultura indie, muovendosi tra l’ hip-hop, il rock, il funk e l’ underground, ospitando artisti nazionali e internazionali, apre le porteper tre giorni di concerti, dj set, installazioni, visual e performance live, con uno sguardo sempre attento alla rivalutazione del territorio e alle bellezze paesaggistiche locali, per quella che sembra preannunciarsi come la sua edizione più punk di sempre. Una line up, infatti, quella del 2024, che punta i riflettori sulla scena musicale italiana pescando tra le grandi e storiche icone, le sperimentazioni e le contaminazioni contemporanee. Da Ivrea arriva Cosmo, al secolo Marco Jacopo Bianchi, cantautore, produttore discografico e dj, da sempre molto attivo e attento alle tematiche, e problematiche, socio-politico-culturali, che con un mix dei suoi più grandi successi, e dei brani del suo quinto, e ultimo, disco, “Sulle ali del cavallo bianco”, fuori dal 15 marzo 2024, oltre a favi scatenare sottopalco, si riconfermerà re indiscusso di quell’ abbraccio tra pop, dance e musica elettronica. Grande attesa anche per Davide Toffolo, Luca Masseroni ed Enrico Monteni meglio conosciuti, dal 1994, come i Tre Allegri Ragazzi Morti, band alternative rock, dai costumi di scena iconici e rappresentativi, cha ha aggiunto spessore e colore alla storia della scena punk, indie-rock e reggae italiana, e che, quest’ anno, per festeggiare i trent’ anni di carriera ha da poco pubblicato, per La Tempesta Dischi, il suo nuovo album “Garage Pordenone”. E ancora da Milano arrivano Popa, progetto che nasce grazie alla sinergia tra l’artista lituana Maria Popadicenko e il produttore Carlos Valderrama, dei Fitness Forever e pianista per Calcutta, ed il trio de Il Mago del Gelato, con le sue sonorità funk, afrobeat e jazz, mentre toccherà ai Nothing For Breakfast, da Firenze, ed al loro alternative rock “sporcare” il sound con echi che dal grunge sfociano nella psichedelica. La serata di oggi, “Sicilian Taste”, invece, sarà, per l’appunto dedicata ai progetti più interessanti made in Sicily: Lero Lero, con Alessio Bondì, Donato Di Trapani e Fabio Rizzo, da Palermo, collettivo votato allo studio della musica di tradizione orale dell’isola ed i Phunkadelica, progetto catanese dai suoni elettronici ricercati.  Tanti anche i dj che si alterneranno in consolle, dal tramonto all’ aftershow, per animare le notti del Castello di Milazzo: Davide Patania (dj resident e direttore artistico del Retronouveau di Messina), Disco Amore, Manlio, 404 Sound Not Found, e Christian Chiarenza. Presenti, infine, i due vincitori del contest “Figli delle Stelle”, Sambo e The Whipped Dream, entrambi messinesi, che si esibiranno sul main stage del Mish Mash Festival. Da non perdere gli interventi artistici che prenderanno vita all’ interno dell’antico Duomo sconsacrato, sempre tra le mura del Castello, e che andranno dall’ installazione video interattiva “E’.senza”, che esplora la complessa relazione tra materia e spirito, offrendo un’ esperienza immersiva e multisensoriale in cui i visitatori diventeranno parte integrante dell’ opera, alla performance, di giorno 11 agosto 2024, “Kryos” del Collettivo Pixel Shapes, realizzata insieme a Michele Di Leonardo, che propone un incastro di immagini astratte, fotografie ambientali e distorsioni visive, generate da un lavoro di sound design con suoni registrati dal vivo e campionati che prende ispirazione dal mondo dei ghiacci, fino all’ universo tutto siciliano di pupi e pupari nell’ istallazione site specific, “Opra”, di Andrea Sposari. “Opra, in dialetto palermitano, fa riferimento ad una antica ed importate tradizione di pupari, e sta a significare proprio opera – spiega Andrea Sposari – così ho immaginato che il palco fosse appunto il teatro dell’opera, e che i Pupi, in senso positivo, fossero i protagonisti che raccontano una qualche storia epica dei giorni nostri. In un certo senso sarà un confronto tra il tradizionale pupo ed uno rivisitato dei giorni nostri come a domandarci, oggi, a cosa somiglierebbero i pupi e cosa racconterebbero”. Non mancheranno, infine, le aree drink&food, con punti bar dedicati alle birre e ai drink, ed un punto food dove sarà possibile assaggiare dalla granita al limone alla piadina con la nutella, dall’ hot-dog al panino con le materie prime principalmente siciliane, tra cui la caponata, per celebrare la cucina tradizionale siciliana.
La direttrice creativa Lucrezia Muscianisi: 

Tre caratteristiche distintive del Mish Mash Festival. 

“È un Festival molto legato al luogo in cui si trova, è un Festival decisamente poliedrico che racchiude al suo interno molte sfaccettature artistiche, ovvero il melting pot del Castello e della sicilianità, e poi sicuramente è un Festival che è stato capace di creare una grande famiglia, dato che negli anni i volontari che si sono avvicinati al Mish Mash sono sempre tornati con un bel sorriso stampato in faccia, e per noi è sempre molto bello accoglierli”. 

Com’ è cambiato il festival in questi anni? 

“È cambiato ogni anno, dal 2016 ad oggi, adattandosi per lo più ai trend e a quello che la direzione artistica voleva affrontare. Dal 2016 ci siamo sempre più ingranditi, siamo partiti con un piccolo palco, davanti al Monastero delle Benedettine, sempre all’ interno del Castello, con una capienza massima di 700 persone, in occasione del live di Calcutta. E sempre in quello stesso spazio abbiamo fatto le successive edizioni, per poi arrivare nel 2019 ad avere lo spazio che abbiamo oggi. Nel 2022, anno post covid, abbiamo iniziato ad intraprendere un percorso un po’ più internazionale, e quest’ anno, invece, dopo due anni, e dopo i La Femme, i Weval e tanti altri gruppi esteri, siamo ritornati un po’ sui primi nostri passi legati più all’ indie, all’ alternative rock e all’ elettronica”. 

La line up 2024 riporta il focus sulla scena musicale italiana, quali sono le altre novità di quest’ edizione?

“Le novità di quest’ anno sono sicuramente legate alla direzione artistica, ed a questo ritorno alle origini del Festival e alle scelte musicali che sono state effettuate sempre con molta attenzione, perché quello che noi facciamo durante l’anno, in attesa dell’edizione successiva, è ascoltare le nuove uscite e soprattutto andare ai concerti. Lo stage dei dj che suoneranno al tramonto per l’ apertura porte ha cambiato location, abbiamo allargato l’ area chill dove si può tranquillamente mangiare, bere o fare una passeggiata, abbiamo eliminato un giorno e concentrato la prima serata sulla sicilianità e sugli artisti siciliani che ci piace sempre ospitare ed i due artisti che hanno vinto il contest per la prima volta aprono le due serate principali, mentre, fino all’ anno scorso, essendo artisti siciliani li facevamo esibire la prima sera”. 

Quant’è importante per la Sicilia alimentare e far crescere le realtà dei festival, nonostante le non poche difficoltà che si possono presentare nell’ organizzarli? 

“Credo che in questo momento storico sia molto importante per la Sicilia avere ancora dei Festival come il Mish Mash che sono legati al territorio in una maniera che non è soltanto riferita alla sfera musicale. Secondo me fare un Festival in una regione come la Sicilia vuol dire essere coraggiosi, soprattutto quando si sceglie di portare delle innovazioni musicali, e quindi delle scene che magari non solo non si ascoltano qui ma si ascoltano in pochissime parti d’ Italia: ecco questa è una di quelle cose che va salvaguardata, perché altrimenti si va a perdere tutto quel lavoro che, fino ad ora, è stato fatto in maniera certosina e puntuale per far diventare la Sicilia anche un posto di scoperta. A mettere un artista mainstream su di un palco in una piazza siamo bravi tutti, si sa, mentre dare un valore culturale ad un evento di questo tipo è molto più difficile e la Sicilia non investe in questo, investe nelle sagre, negli eventi sportivi, nelle feste in piazza, nelle feste che possono portare a qualcos’ altro in futuro o possono portare più banalmente ad aiutare la politica locale. Sostenere, invece, un evento che ogni anno fa arrivare migliaia di giovani dall’ estero e da tutta Italia, giovani che magari restano dopo la manifestazione per girare l’ isola, è secondo me l’ atto più eroico che in questo momento si possa fare, tenendo conto, soprattutto, anche di tutte le difficoltà logistiche che esistono, e che vanno dal far venire gli artisti in Sicilia, cosa che non è per nulla semplice, o anche solo difficoltà legate all’ economia dato che qui mancano le multinazionali che portano questo tipo di eventi, per non dimenticare che come aggravante c’è una Regione che in queste circostanze non esiste o esiste molto poco. Fin quando ci saranno Festival di un certo tipo e si resisterà, quindi, si porterà della vera bellezza. E tutto questo è un valore aggiunto che non dovrebbe rischiare di andare perso, ma solo sostenuto”.  

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