MILAZZO. La giornata odierna ha visto i militari della Guardia Costiera di Milazzo, a bordo del battello A64, impegnati nel recupero di una tartaruga “caretta caretta” in evidente stato di difficoltà ed al rilascio di un altro esemplare dopo le cure ricevute dall’Ospedale Veterinario Universitario Didattico di Messina.
L’attività è cominciata nella mattinata quando, nell’ambito della vigilanza e controllo all’interno dell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, è stata rinvenuta la prima testuggine ferita da un amo legato ad una lenza che le fuoriusciva dal becco. L’esemplare, della lunghezza di 60 cm di carapace, è stato recuperato e custodito presso la Capitaneria di porto per poi essere affidato alle cure del personale dell’Ospedale Veterinario dell’Università di Messina. Questi ultimi, oltre a prelevare l’animale ferito, sono stati condotti all’interno dell’Area Marina Protetta a bordo del battello della Guardia Costiera e, insieme al personale dell’AMP Capo Milazzo e dell’Associazione Marevivo, hanno proceduto al rilascio del secondo esemplare. La sorte ha voluto che la tartaruga liberata oggi in mare, fosse quella salvata nel mese di gennaio dallo stesso equipaggio della Guardia Costiera impiegato in data odierna.
«L’attività di recupero e di rilascio delle tartarughe – si legge in una nota – si inserisce tra le tante funzioni svolte dalla Capitaneria di porto – Guardia Costiera al fine di salvaguardare l’ambiente marino e la fauna che lo popola. Particolare attenzione viene rivolta ad animali appartenenti a specie protette come le tartarughe marine che, soprattutto a causa di interazioni con attività poste in essere dall’uomo, rischiano di estinguersi dai nostri mari. La Capitaneria di porto di Milazzo invita quindi i cittadini a segnalare sempre il rinvenimento di esemplari di specie marine protette in difficoltà, al fine di poter attivare prontamente la rete di soccorsi e l’intervento immediato del personale specializzato che assicurerà le cure del caso garantendone la reintroduzione nel loro habitat naturale».

 

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