MESSINA. Si inasprisce lo scontro politico sul tema migranti dopo la controversa ordinanza regionale del Governatore Nello Musumeci, che ha disposto lo sgombero di tutti gli hotspot della regione. Un provvedimento molto discusso (la competenza sulla questione è del Governo nazionale) rispetto al quale lo stesso Presidente della Regione si dice pronto a rivolgersi alla Magistratura: “Il Governo centrale non ha ritenuto di dover dare disposizione alle forze dell’ordine e, quindi, alle prefetture per potere sgomberare i centri di accoglienza in Sicilia ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Ci troviamo di fronte a una palese inosservanza», ha dichiarato a SkyTg24 Musumeci, che poche ore fa è tornato nuovamente sull’argomento: «Da stamattina, a quanto apprendo, si è iniziato a svuotare l’hotspot di Pozzallo, dove alle 11 arriverà il nostro team per esaminare l’idoneità dei locali. I ricorsi notificati a mezzo stampa non producono effetti. Ma alzare la voce, a tutela della salute pubblica, evidentemente sì. Vedremo se in qualche giorno si ristabilirà la legalità», ha scritto su Facebook.

A prendere posizione sull’ordinanza è anche il sindaco di Messina Cateno De Luca, che sui social ha attaccato Musumeci con un post dal titolo “Ma i siciliani si meritiamo la pessima imitazione del Sindaco De Luca!” (sic), e apostrofandolo fra le righe come “un utile idiota che svia la propria inettitudine a governare sui migranti”: «La sua è un’ordinanza carta igienica», ha commentato. In sostanza, per De Luca, che trae spunto da un articolo di Repubblica, quella di Musumeci sarebbe più che altro una mossa politica in vista di un’ipotetica sfida futura con lo stesso sindaco di Messina per la presidenza della Regione: «Se stai facendo la guerra ai migranti per i motivi contenuti in questo articolo mi fai schifo e devi dimetterti subito».

Quello di oggi non è il primo attacco di De Luca a Musumeci. Già ieri il primo cittadino aveva preso di mira il Governatore e il suo provvedimento: «Non è pensabile che quest’ordinanza sia stata fatta con il solo scopo di farsela impugnare e dire ai siciliani che, comunque, qualcosa hai tentato di fare», ha commentato, invitando poi lo stesso Musumeci a guidare il popolo siciliano alla sommossa.

Fra i tanti a commentare la vicenda anche Arcigay Messina, che in una nota prende le distanze dai toni utilizzati in questi giorni dai rappresentanti delle istituzioni.

«Non siamo interessati a scendere nell’agone politico del dibattito, giustificando chi in questi ultimi giorni sta surriscaldando il clima, come se non bastasse il torrido caldo di agosto. Non siamo a voler strumentalizzare l’accaduto per un interesse politico, ne tanto meno ci schieriamo dalla parte di chi questo interesse potrebbe rivendicarlo. Intendiamo, invece, nel solco della nostra mission statutaria – scrivono Rosario Duca e Giada Galletta – esprimere il dissenso per la mancata sensibilità con cui l’argomento migranti è stato e continua ad essere affrontato da chi rappresenta le Istituzioni. Da questi ci aspetteremmo il rispetto di tutti i diritti umani e non lo sfacciato sfoggio di sempre piú frequenti toni razzisti. Diritti umani che non accettiamo vengano calpestati, sopratutto quando si prendono a scudo per mascherare il proprio sentimento xenofobo. Condanniamo incondizionatamente l’incitazione provocatoria a sommosse proposte dal Sindaco di Messina, col quale abbiamo avuto modo di confrontarci brevemente, ma rinnoviamo pubblicamente l’invito alla moderazione. Ribadiamo anche in questa occasione che chi riveste un ruolo di rappresentanza politica non può e non deve in alcun modo non tenere sotto controllo il proprio linguaggio. A chi emana provvedimenti farlocchi (per fortuna stoppati), approfittando della piú alta carica regionale che ricopre, lo invitiamo a preoccuparsi dei problemi reali della popolazione e del territorio, e non di istigare all’odio razziale!A tutti i rappresentanti istituzionali ricordiamo che i migranti sono esseri umani e non oggetti da usare per secondi fini, e li richiamiamo al rispetto proprio della dichiarazione universale per i diritti umani, che non mancano in nessuna occasione di calpestare!», concludono.

 

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