MESSINA. “Prevedere, in funzione disincentivante, la corresponsione di un corrispettivo in denaro da parte dei veicoli in attraversamento dello stretto di Messina che transitano lungo la rete stradale cittadina”. Con questa frase, in perfetto burocratese, l’amministrazione di Cateno De Luca le basi per la reintroduzione dell’ecopass, la “tassa di attraversamento” della città come minimo risarcimento per i disagi patiti.

La delibera di giunta è un indirizzo fornito al dirigente alla Mobilità Mario Pizzino affinchè predisponga gli atti necessari per il ritorno del “balzello” cancellato dal Cga, e anche in fretta, perchè, spiega la delibera, “L’adozione dei suddetti provvedimenti riveste carattere di urgenza, in quanto i proventi dagli stessi derivanti dovranno essere previsti tra le entrate e di collegati capitoli di spesa, destinati al miglioramento della mobilità urbana finalizzato a ridurre gli avviamenti derivanti dal traffico vincolare, del bilancio di revisione 2019”.

Il provvedimento da predisporre dovrà tenere conto dei rilievi sollevati dai tribunali amministrativi, che per un errore formale (la mancata previsione dell’ecopass nel piano della mobilità urnaba) ne hanno invalidato l’introduzione. Il piano del traffico è in fase di revisione, e il sindaco Cateno De Luca si raccomanda che stavolta l’ecopass vi sia inserito come previsione.

Nei giorni scorsi, a sollevare la proposta di riesumare l’ecopass ci aveva pensato il consigliere comunale del Pd Libero Gioveni.

A proporre (e vincere) il ricorso al Tar, nel 2017, è stata la cooperativa agricola Baglieri di Ragusa, che sosteneva che la delibera avrebbe comportato parecchi danni economici dovuti all’aumento del prezzo di trasporto. L’approvazione della delibera del consiglio comunale del maggio 2013 che introduceva la tassa per auto e mezzi ha portato in cassa oltre due milioni di euro, poi dopo la sentenza del Tar, e la conferma del Cga, tutto si è fermato.

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