MESSINA. Guadagnano molto più dei loro predecessori, ma sindaco e assessori, che da un anno hanno visto crescere per legge i loro emolumenti, dovranno restituire una discreta somma per un “errore” nel calcolo dell’indennità. E’ successo che una determina della dirigente agli Affari generali del comune di Messina Laura Strano, dopo una nota della segretaria generale Rossana Carrubba, rifacendo i conti sulle indennità percepite dalla giunta, ha ricalcolato gli importi, trovando eccedenze che andranno restituite. Le indennità di funzione dei vicesindaci e degli assessori (e anche ai presidenti di consiglio comunale) dei comuni con popolazione assimilabile a quella di Messina sono parametrate sull’importo delle indennità dei rispettivi sindaci, e queste, a loro volta, sullo “stipendio” del presidente della regione Siciliana, che oggi è di 13.800 euro, quanto quello del sindaco, ma fino a un anno e mezzo fa era di 14.284 euro, cifra comunicata dalla Regione Siciliana su cui erano state calcolate le indennità: per cui, in sostanza, sindaco, vicesindaco, assessori e presidente del consiglio avevano ricevuto più soldi di quanti gliene spettassero effettivamente.

A quanto ammontano quindi le somme, al lordo, che gli amministratori del comune di Messina devono restituire? Per il sindaco Federico Basile le somme sono di 1.417 da metà giugno 2022 fino a fine anno, e di 3.296 da gennaio 2023 fino ad ottobre (4.713 euro lordi in totale). Poi c’è il vicesindaco. Anzi, i vicesindaci. Il primo, Francesco Gallo, dovrà restituire 609 euro per il periodo in cui è stato vice di Basile, dall’elezione di giugno 2022 ad ottobre, quando è entrato in parlamento come deputato. Il suo posto è stato preso da Salvatore Mondello, che deve restituire 437 euro per il 2022 e 2.273 per il 2023 in qualità di vicesindaco, ma anche 442 per i quattro mesi del 2022 in cui è stato solo assessore. In totale fanno 3.162 euro.

Quindi gli altri componenti della giunta: Enzo Caruso restituirà 601 euro per il 2022 e 2.142 per il 2023, anche lui, come tutti, fino ad ottobre, per un totale di 2.743 euro. Poi ci sono Francesco Caminiti, Massimiliano Minutoli, Liana Cannata e Alessandra Calafiore: per tutti, la somma da restituire è di 916 euro per il 2022, dall’elezione alla fine dell’anno, e 2.142 da gennaio 2023 ad ottobre: in totale sono 3.059 euro ciascuno.

Diversa la situazione per i subentrati: Massimo Finocchiaro è diventato assessore dopo le dimissioni di Francesco Gallo, a ottobre 2022, per cui restituirà i 382 euro di eccedenza per l’anno scorso, oltre ai 2.142 di quest’anno, quindi 2.525 euro in totale. Ancora meno Roberto Cicala, assessora da novembre 2022, che ha 283 euro di somme eccedenti dal 2022 (e 2.142 del 2023, per 2.425 euro complessivi). Per ultimo Pietro Currò, assessore da luglio 2022, che dovrà restituire solo 785 euro dalla sua nomina ad ottobre 2023.

Nella giunta di Federico Basile c’erano anche due assessore dimissionarie: Dafne Musolino ha lasciato la carica per l’elezione al Senato ad ottobre 2022, quindi la somma da restituire è limitata a 534 euro, da giugno a ottobre. Carlotta Previti si è dimessa a inizio anno, e per lei, le somme in eccedenza ammontano a 916 euro da giugno a dicembre 2022, e 428 euro per i primi due mesi del 2023: in totale sono 1.345 euro.

Costretti a restituire le somme in eccedenza anche i presidenti del consiglio comunale, che contrariamente ai consiglieri, che ricevono un gettone di presenza, percepiscono un’indennità fissa che è parametrata a a quella del sindaco (che a sua volta è funzione di quella del presidente della Regione Siciliana). E quindi, Cateno De Luca deve restituire solo 141 euro per il mese di ottobre 2022, mentre Nello Pergolizzi ha un’eccedenza da 1.085 euro.

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