MESSINA. Una volta all’anno, usualmente a dicembre, da molti anni, all’indirizzo del comune di Messina arriva una lunga relazione della Corte dei conti, che fa le pulci ai numeri di Palazzo Zanca, e usualmente tenera non è: da cifre che non combaciano a entrate di bilancio sovrastimate, da sforamento di parametri ad annosi problemi con le partecipate. Un capitolo, immancabilmente, riguarda un problema “strutturale”, di soluzione pare impossibile, visto che si trascina dietro da sempre: la riscossione dei tributi e la lotta all’evasione. A Messina, chi paga con regolarità tasse e tributi è uno sparuto numero di stoici ed irriducibili fessi, pare.
Ad allargare le braccia è lo stesso Comune di Messina, che nella relazione di 55 pagine di controdeduzioni alle bacchettate della Corte dei conti, ammette l’impotenza davanti al problema. La relazione parla di “assenza di entrate accertate relativamente a Tosap/Cosap (occupazione suolo)” e “bassa o pressochè assente” percentuale di riscossione dei tributi sulla spazzatura, Tarsu, Tia e Tares (quindi risalente ad almeno dieci anni addietro), che arrivano ad un misero 13,36%, o addirittura l’inesistente tasso di riscossione di “altri tributi”, che ammonta allo 0,1%.
Poi ci sono le multe per infrazioni al codice della strada. E anche qui, pagano in pochi: 8,73%, e valore decrescente, dato che era del 9,19% nel 2014 e dell’11,43% nel 2013. Quindi la “bassa o pressochè assente percentuale di riscossione per quanto concerne il recupero dell’evasione Tarsu, Tares e Tari: due milioni e 600mila euro appena.
A tutto questo come ha fatto fronte Palazzo Zanca? Promuovendo un’azione legale nei confronti di Riscossione Sicilia Spa “per l’accertamento dei crediti riscossi e non versati, nonchè per il risarcimento dei danni derivanti dall’inadempimento contrattuale che sarebbe stato eventualmente accertato”. La Corte dei conti, nel 2016, onerava l’agente della riscossione di dimostrare la corretta rendicontazione dei ruoli trasmessi all’amministrazione. In ballo ci sono 62 milioni di euro di “indennizzo pari al non riscosso“.
Per il recupero dei tributi Cosap, la Giunta ha definito coi debitori accordi di transazione e rateizzazione dei crediti vantati dal Comune. Insieme a questo, sarà creata una unità operativa Cosap della Polizia Municipale.
Poi ci sarebbero i debiti delle partecipate. Qualche mese fa, l’Amam informava che sono morosi nei confronti dell’azienda che si occupa di approvvigionamento idrico 2226 condomini su 3100, quasi quattro su cinque (il 77%), con soli 682 in regola. A bilancio 2015, infatti, l’Azienda Meridionale Acque Messina iscriveva, alla voce “crediti verso clienti esigibili entro l’esercizio successivo”, ben 72 milioni di euro. Che, a loro volta, hanno determinato 45 milioni di euro di debiti che la partecipata aveva iscritto a bilancio nei confronti dei fornitori, ed altrettanti verso i “controllanti” (il Comune di Messina), arrivando a far lievitare i debiti totali ad ottanta milioni di euro.
Cara lettera emme vieni a chiedermelo chi ha fatto evadere i tributi al comune te lo dico io molto volentieri