MESSINA. Sembrava avere per una volta messo tutti d’accordo, e invece no: l’ordinanza emanata una settimana fa dal sindaco Renato Accorinti, che imponeva un “coprifuoco” all’utilizzo delle macchinette mangiasoldi e disciplinava orari e utilizzi di slot machines elettroniche, videopoker e dispositivi con vincite in denaro “per il gioco d’azzardo lecito”, riceve le prime opposizioni.
A farsene portavoce è Salvatore Barbieri, presidente Ascob (associazione concessionari sale bingo) e titolare di concessioni per la raccolta del gioco del bingo a Messina, secondo il quale “dalle attività di gioco dipende l’occupazione di circa 120/150 addetti specializzati e un provvedimento restrittivo dell’orario consentito per il gioco mette a rischio l’economia delle famiglie di questi lavoratori, oltre a penalizzare le nostre attività”.
L’ordinanza prevede che il “funzionamento dei locali di intrattenimento e svago con vincita in denaro” possa avvenire dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22 di tutti i giorni, festivi compresi, e che al di fuori di quegli orari sia vietato il caso c’azzardo ed i dispositivi debbano rimanere spenti.
In un’intervista, pubblicata su numerosi siti e portali che si occupano di giochi d’azzardo, Barbieri spiega che “L’anomalia è che il provvedimento del sindaco non si basa su dati certi circa l’incidenza delle patologie del gioco a Messina e, paradossalmente, l’ordinanza arriva prima ancora che il sindaco abbia ricevuto anche una soltanto delle associazioni degli operatori che distribuiscono il gioco per conto dello Stato nel comune di Messina. Noi di Ascob abbiamo chiesto più volte un incontro e siamo in attesa di essere ricevuti”.
Barbieri poi adombra una possibile illegittimità dell’ordinanza sindacale: “come ha affermato più volte il TAR Toscana, che le attività nel gioco sono lecite e disciplinate da leggi statali e «l’intervento dell’Autorità deve rispettare canoni di proporzionalità e ragionevolezza poiché anch’esse sono espressione di valori rilevanti costituzionalmente come la libertà di iniziativa economica. Difficilmente si possono riscontrare ‘proporzionalità e ragionevolezza’ nell’ordinanza di Messina che è stata decisa senza il supporto di dati circa la reale diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo patologico nel territorio comunale”.
Barbieri lascia comunque la porta aperta alla contrattazione:“Continuo a chiedere un incontro con il sindaco, spero di poter illustrare le nostre ragioni e di essere ascoltato. Il gioco è un prodotto pericoloso ma quando vengono penalizzati gli operatori che rispettano le regole si offre un chiaro vantaggio a coloro che delle regole non si curano. Che esista una forte domanda di gioco è un dato di fatto, quando non c’è disponibilità dell’offerta legale questa domanda è costretta ad andare verso il mercato illecito e clandestino”