MESSINA. La Sicilia e la Calabria vanno unite. In un modo o nell’altro. Prima o poi. Con il Ponte o senza. A ribadirlo, con molta prudenza, sono gli amministratori delegati di Rfi, Maurizio Gentile, e di Anas, Gianni Vittorio Armani. Ma anche il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio. E, da ultima, anche la giovane candidata di Forza Italia Matilde Siracusano. Un coro di voci eterogenee e diversificate che riportano in vita, nuovamente, la grande opera sullo Stretto. Un progetto che s’ha da fare. Ma non si sa bene come, nonostante sia costato fino ad oggi trecento milioni .

(Clicca per conoscere dove sono stati spesi i trecento milioni).

«L’attraversamento tra Calabria e Sicilia è sul corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo; da gestore dell’infrastruttura ferroviaria dico che un collegamento stabile è una scelta su cui ci si dovrebbe posizionare in termini positivi», è il parere di Gentile, che però spegne gli entusiasmi su chi punta il tutto per tutto sulla struttura sospesa sullo Stretto: «Esistono soluzioni alternative al Ponte: sono allo studio le soluzioni costi-benefici migliori». Un collegamento stabile, insomma, prima o poi dovrà essere realizzato. Che sia il Ponte o altro.

«In Sicilia vivono circa 1/10 degli italiani, e un numero di abitanti pari a tutta la Danimarca: una qualche forma di connessione va pensata», ribadisce Armani, e Delrio rincara la dose: «Quando sono diventato Ministro, il 1 aprile 2015 – racconta – dopo due giorni è crollato il viadotto Himera in Sicilia, per una frana vecchia di 15 anni. La priorità era e purtroppo è ancora la manutenzione delle infrastrutture esistenti e il miglioramento del trasporto quotidiano, specie nelle città e intorno alle città. Ma i corridoi europei vanno fatti, i valichi e anche la Napoli-Palermo. In questo contesto è in corso uno studio di fattibilità sull’ipotesi di attraversamento stabile dello Stretto, e su quale ipotesi. Se saremo ancora al governo faremo un dibattito pubblico, e poi metteremo i circa 4 miliardi di euro che servono per farlo, scegliendo la soluzione migliore».

(Clicca per conoscere quanto è costato fino ad oggi l’opera di cui si discute da quasi 40 anni)

Già lo scorso 1 ottobre, nel corso di un incontro a Palermo per presentare la candidatura alle regionali di Fabrizio Micari (che si era detto favorevole alla grande opera), il Ministro aveva annunciato grossi investimenti per le infrastrutture in regione, rilanciando la sempre verde idea Ponte: «Se lo facessimo non costerebbe 8 miliardi, di cui quattro erano oneri finanziari, ma 3,5-4 miliardi».

Ad esprimersi sulla grande opera, nei giorni scorsi, era stata anche la 23enne Matilde Siracusano, in corsa al collegio uninominale di Messina, capolista al proporzionale di Palermo e seconda nel proporzionale di Acireale dopo Catanoso: «In caso venissi eletto il ponte sarà il mio cavallo di battaglia. Sono convinta che da questo dipenderà il rilancio economico di Messina e dell’intera Sicilia»

 

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