MESSINA. Avevano trovato un messaggio eloquente lasciato davanti alla saracinesca: “Dateci 50 mila euro, se volete lavorare, qui comandiamo noi, non chiamate CC, interessate amici”. Qualche giorno dopo della colla aveva bloccato la serratura costringendoli a chiamare un fabbro. Poco dopo si sono rivolti alle forze dell’ordine.

È successo lo scorso autunno all’ottica Antonuccio di via Tommaso Cannizzaro. Da quel momento sono scattate le indagini del Gico di Messina che ieri hanno portato all’arresto di Giuseppe Startari, 54 anni, già noto alle forze dell’ordine, che dovrà rispondere adesso di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ad incastrare Startari, oltre gli appostamenti dei finanzieri, anche le immagini delle telecamere dell’esercizio commerciale, che ritraggono l’uomo mentre recapita il messaggio.

“Minchia sto cazzo di Finanza, minchia, chi se lo poteva aspettare che la notte di Natale…”, così commentava Startari il controllo subito dai finanzieri di Messina. Lo avevano pedinato mentre  usciva dalla sua abitazione a Faro, per arrivare nei pressi dell’ottica, sostare per qualche minuto di fronte all’esercizio commerciale e poi tornare verso Faro, proprio a cavallo della mezzanotte della vigilia di Natale. Nei pressi della sua abitazione lo avevano poi fermato e interrogato.

Il commento di Startari è stato registrato dalle intercettazioni ambientali a seguito delle indagini avviate dopo la denuncia del titolare dell’ottica.

Il successivo 28 dicembre, nonostante il controllo dei finanzieri, Startari ripeteva il sopralluogo sul negozio di via Tommaso Cannizzaro. Anche questa volta era pedinato dalle Fiamme gialle che lo osservavano mentre alzava di qualche centimetro la saracinesca e guardava con attenzione l’interno dei locali, poco dopo risaliva in macchina e ad alta voce faceva alcune considerazioni. Considerazioni registrate dalle intercettazioni ambientali: “Domenica di pioggia, una domenica di pioggia, però si deve andare dal lato del… non c’è niente da fare… perché fai rumore là… hanno ancora i vetri quelli vecchi di una volta”. e. Il vetro lo forziamo, no?… Gliela metto la pezza… antisfondamento… Non si può mettere là. Hanno ancora i vetri quelli vecchi”.

“È ragionevole ritenere che l’argomento del monologo fosse proprio l’esercizio commerciale da poco attenzionato e che lo Startari, certo di non essere sentito da qualcuno, palesasse ad alta voce le sue mire criminali – scrive il gip  Eugenio Fiorentino nell’ordinanza di custodia cautelare – programmando un attentato incendiario in un giorno di domenica con pioggia: in un giorno festivo, attesa la limitata presenza di pattuglie delle orze di Polizia e di pioggia, per evitare la presenza di passanti occasionali. Lo Startari manifestava l’intendimento di forzare il vetro – pur essendo consapevole di provocare del rumore – a l lato dell’ingresso, sicuro che così avrebbe poi potuto sollevare facilmente la serranda in quanto non bloccata dalla serratura, così come appurato con il sopralluogo effettuato: una volta frantumato il vetro, a suo dire antisfondamento ma ti tipo vetusto, infatti, egli avrebbe potuto gettare all’interno del locale un pezzo o dei pezzi di stoffa imbevuti di materiale infiammabile”.

Nell’abitazione dell’indagato, infine, al momento dell’arresto è stata rinvenuta una maschera che lo stesso aveva realizzato per non essere riconosciuto durante gli atti criminosi pianificati, nonché una bottiglia e delle garze che, con ogni probabilità, sarebbero state utilizzate per appiccare l’incendio all’attività commerciale della vittima.

 

 

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