MESSINA. La notizia era di quelle che avevano fatto scalpore, a metà aprile: in seguito ad un’ispezione congiunta di Polizia, Annona e Asp, la nota focacceria e rosticceria Zimbaro aveva abbassato le saracinesche. Il 6 aprile il controllo, poi una nota della sezione di polizia annonaria che è culminata, il 27 aprile, nella nota, notificata a Placido Zimbaro, in cui il dipartimento Servizi alle imprese del Comune ha comunicato l’avvio del procedimento amministrativo di sospensione dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande per tre mesi, a partire dalla notifica dell’atto.

Cosa contestano Asp e Annona a Zimbaro? Molto, con una multa piuttosto salata: se l’Asp le sue rimostranze le ha sollevate dal punto di vista igienico, il provvedimento del Comune riguarda soprattutto i locali da cinquanta metri quadrati per i quali nel 1998 aveva ottenuto la licenza di somministrazione di alimenti e bevande: il verbale parla di “difformità inerenti principalmente il laboratorio ove dello stato dei luoghi risulta discordante con la piantina planimetrica allegata all’atto autorizzativo, e in particolare: il forno per la preparazione delle pizze è stato rimosso e ricollegato in prossimità della parte destra dell’ingresso del laboratorio, con la realizzazione di una condotta per la fuoriuscita dei fumi non contemplata in autorizzazione. Il muro di separazione tra laboratorio e banco vendita al pubblico, ossia tra due ingressi (laboratorio/attività di vendita) lato San Martino, è stato modificato con la realizzazione di due nuovi accessi diretti al laboratorio non previsti in piantina e in sostituzione di quelli “retrobanco” che risultano essere stati aboliti. Il banco vendita è stato parzialmente rimosso e la sua area è stata adibita ad attività di somministrazione e vendita. Le aperture anzitempo realizzate dietro il banco vendita sono state chiuse con opere in muratura ordinaria. Sono state realizzate due chiusure, ossia quelle che in piantina risulta il forno pane del laboratorio, e l’androne scale con la realizzazione di un vano utilizzato da altra società. Il laboratorio ove era collegato il forno per il pane è stato abolito e i locali dato in uso ad altra ditta. In corrispondenza del pozzo luce è stata rimodulata la ridistribuzione degli ambienti, con l’abolizione di parte degli ambienti dati in uso ad altra ditta. E’ stata realizzata una nuova area di lavoro non contemplata in planimetria nella parte interna del laboratorio. E’ stato realizzato un montacarichi, in uso anche per lo spostamento di personale di servizio, attraverso il quale si accede alla terrazza adibita con coperture miste e utilizzata dai clienti della limitrofa ditta“. Da qualche anno, nei locali sopra il ritrovo, la figlia Veronica Zimbaro ha inaugurato il boutique hotel VMaison (che non ha nulla a che vedere col provvedimento).

Il dipartimento ha comunicato l’avvio del procedimento amministrativo di sospensione dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande per tre mesi, a partire dalla notifica dell’atto, il 27 aprile. I tre mesi servono per  una nuova “scia” (la segnalazione certificata di inizio attività, corredata da relazione tecnica, piantina planimetrica e dichiarazione di conformità urbanistica del locale). In mancanza di adeguamento dei locali entro i tre mesi, sarà avviato il procedimento di revoca dell’autorizzazione, poichè l’attività viene esercitata in un locale completamente difforme rispetto a quello autorizzato”.

Zimbaro, ad inizio maggio, ha chiesto dei chiarimenti ufficiali, forniti dal Comune e giudicati, “ininfluenti ai fini del suddetto procedimento amministrativo”: contro il quale è previsto ricorso al tar entro 60 giorni o ricorso straordinario alla presidenza della Regione entro sei mesi.

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