MESSINA. La strada è comunale, la ciclabile è della Città Metropolitata e i due metri di precipizio sono di tutti i cittadini. Sembra uscita dalle pagine di Kafka la vicenda che vede protagonista un tratto di pista ciclabile, lungo la via Consolare Pompea, che dal febbraio 2015, data della mareggiata che flagellò le coste messinesi, è come una delle strade senza protezione, col dirupo sotto, che Paperon De Paperoni percorre alla ricerca di tesori insieme ai nipoti. Già, perché, in poco più di due anni, la situazione è rimasta tale e quale: la gente continua a passeggiare, andare in bicicletta e uscire “allegra” dai locali percorrendo un tratto privo di parapetto o spazio che lo isoli dallo scalone di circa due metri che lo separa dalla spiaggia sottostante.

Paradosso dei paradossi, mentre il Comune ha proceduto con finanziamenti al prolungamento della struttura, realizzando un tratto ciclopedonale, non è mai intervenuto sulla vecchia pista ciclabile perché realizzata dalla Provincia e rimasta sotto la giurisdizione dell’Ente anche quando la via Consolare Pompea fu ceduta a Palazzo Zanca. Dal 2015, e fino a quando Renato Accorinti non è divenuto sindaco metropolitano, l’amministrazione comunale poteva giustificare i mancati interventi con una difficoltà di dialogo con  Palazzo dei Leoni. Da quando il primo cittadino ha la doppia fascia, però, non si capisce quale possa essere il problema fra le due istituzioni, a meno che non vi sia in corso un curioso sdoppiamento della personalità.

E i messinesi? Beh, giorno e, soprattutto, notte (adesso che è estate) procedono come se nulla fosse. A dirimere la matassa, probabilmente, sarà l’avvocato curatore di un eventuale risarcimento danni, che saprà a chi chiedere conto.

 

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emmeaics
emmeaics
17 Luglio 2017 17:21

segnalata decine di volte così come la spazzatura che si trova ai bordi, mai successo nulla, alla spazzatura ogni tanto pensa il vento, ma poi se ne accumula altra, tanto il sindaco ormai la bici la usa solo per qualche foto posata, più comoda la macchina di servizio, anche se di piccola cilindrata