MESSINA – Dati allarmanti e dito puntato sulle priorità per dare una nuova spinta all’economia messinese, ormai sprofondata: è questo il sunto dell’incontro della Cgil al Royal stamattina, venerdì 15, al quale ha preso parte anche la segretaria generale, Susanna Camusso.

Oltre i vertici della Cgil, tra cui il segretario siciliano, Michele Pagliaro, sono intervenuti anche il rettore, Pietro Navarra e il presidente di Sicindustria, Sebastiano D’Andrea.

“La provincia di Messina negli ultimi anni è sprofondata all’interno della nostra isola con percentuali e punti di crisi superiori alla media regionale”, ha esordito il segretario generale di Messina, Giovanni Mastroeni.

E ha proseguito: “Vi voglio dare solo alcuni semplici dati: a fronte di una media nazionale nel periodo 2008 – 2016 di perdita di occupazione dello 0,5%, dell’8% siciliano nella nostra provincia si sono persi 22 mila 488 posti di lavoro, pari all’11%, il 46% della popolazione messinese è a rischio povertà, vi è stato un invecchiamento della stessa popolazione infatti gli over 65 oggi sono più del 22% e i giovani scappano per cercare la loro realizzazione professionale fuori dalla nostra provincia. La provincia di Messina, come è stato pubblicato sabato scorso, ha il reddito pro capite più basso della Sicilia e al 107esimo di tutte le province italiane, la spesa sociale pro capite ha una media di 137,17 euro rispetto a 246 che è la media nazionale e 464 della città di Trieste”.

Di fronte a questa drammatica situazione, la Cgil e il sindacato messinese unitariamente ha avviato “un’azione di protesta e di proposta – ha proseguito Mastroeni -, la Cgil mesi orsono aveva proposto l’avvio di un percorso di confronto attraverso la nascita di un autorevole tavolo di concertazione con la presenza delle istituzioni, delle forze parlamentari, dell’Università, delle organizzazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali, del mondo delle professioni, del mondo dell’associazionismo, il tutto per dare l’avvio a quella fase progettuale che possa rilanciare il futuro di questo nostro territorio. Con grande piacere tale proposta è stata fatta propria dall’Università e da altri soggetti, quale L’Mcl e il presidente della Camera di commercio”.

La priorità, secondo la Cgil di Messina è quella di “superare tutti i ritardi che si sono avuti nella realizzazione dei progetti presenti nel Patto per la Sicilia, Patto per Messina, laddove sono previsti 800 milioni di euro”.

Due sono le iniziative fondamentali ed immediate su cui punta il sindacato. La prima: “La denuncia fatta sulle scelte negative del Governo contenute nel Def e nello specifico nel Def infrastrutture, infatti, cara compagna Camusso – ha sottolineato Mastroeni – nel documento economico finanziario del governo, la stragrande maggioranza delle risorse per infrastrutture ferroviarie strategiche sono concentrate al Nord, sull’asse Napoli-Bari. Si sono infatti creati due sud, uno più moderno con un asitema di trasporti ferroviari ad alta velocità che si ferma a Napoli e che si concentra sull’asse Napoli-Bari e l’altro sotto Napoli fino a Reggio Calabria e nella nostra isola in cui non sono previsti quegli interventi e quei progetti necessari per superare il gap infrastrutturale e trasportistico. In Sicilia, i raddoppi ferroviari delle due dorsali, quello tirrenico Messina-Palermo è caduto nel dimenticatoio, mentre per quello Messina-Catania-Palermo gli investimenti sono previsti a partire dal 2020. Ciò non è possibile e va contrastato con forza con la necessaria solidarietà e condivisione del sindacato regionale e nazionale”.

La seconda ha una sguardo più ampio: “Riguarda la nuova visione mondiale che prevede un piano di investimenti di 1400 miliardi di dollari per la nuova via della seta da Shangai fino all’Adriatico e ai mercati europei  – ha concluso Mastroeni – attraverso le nuove rotte del traffico merci dopo l’apertura e rafforzamento del passaggio nel Canale di Suez. Dai cantieri navali di tutto il mondo saranno costruite 270 navi capaci di contenere fino a 20 mila container (oggi ne trasportano fino ad 8 mila). Porti ma anche ferrovie e autostrade, la rivoluzione dell’intermodalità passa dai collegamenti tra tutti i mezzi di trasporto, saldata alla nuova linea internet ad alta velocità. La Sicilia rispetto a questo mega progetto è in ritardo. Riteniamo importanti due battaglie: la prima per l’Autorità di sistema e la seconda per la realizzazione del Zes nella nostra realtà”.

“Definire Messina una città desolante non è un buon modo di approcciare il problema – ha risposto così alle domande dei giornalisti Susanna Camusso – è indubbio che questa è una città che ha pagato un prezzo pesantissimo alla crisi anche perché non è stata contrastata, basta guardare il dato degli investimenti pubblici e privati per capire perché i giovani se ne vanno perché la disoccupazione e la perdita dei posti di lavoro è così alta, però devo dire che trovo una Cgil combattiva, una città dunque che ha molta voglia di reagire”.

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