MESSINA. Uno slogan più azzeccato, i responsabili della comunicazione del candidato all presidenza della Regione del Pd Fabrizio Micari non avrebbero potuto trovarlo. “La sfida gentile” è una frase azzeccatissima per l’aplomb col quale il rettore dell’università di Palermo illustra il suo programma. Gli unici giudizi forti, netti e provocatori sono riservati alla Lega da un lato e a Mdp per l’altro: per il resto un’elegante elencazioni di principi con un tono affabile e già molto istituzionale.

Introduce il candidato, un’ora dopo l’orario annunciato d’inizio, l’europarlamentare Giovanni La Via, che inizia a menare stoccate: “Si dice che in questa provincia le competenze si trasmettano per dinastia”, evidente riferimento all’incontro di ieri in cui Luigi Genovese, ventunenne figlio di Francantonio, è sceso ufficialmente nell’agone politico. Il salone delle bandiere del Comune, che ospita l’evento, è pienissimo, ma non si tratta di una “festa di popolo”: Contrariamente all’incontro del Palacultura, quello del centrosinistra è un incontro più istituzionale e meno “muscolare”, nonostante la lunga lista di deputati, nazionali e regionali, che siedono con lui al tavolo del Salone delle bandiere: Enzo Garofalo, Francesco Calanna, Giovanni Ardizzone, Beppe Picciolo, Tommaso Currò, Pippo Laccoto, Filippo Panarello e Gianpiero D’Alia.

“Il nostro programma si riconduce a due parole: lavoro e diritti – spiega subito Micari – Sto viaggiando e vedo una Sicilia che vuole dare un futuro ai suoi figli, in questa terra che ha bisogno di lavoro. Ho capito che il futuro ai nostri giovani non lo potevo dare da Rettore, ma da presidente della Regione. Abbiamo il dovere di far scegliere ai nostri ragazzi se restare o andare, non ad essere obbligati ad emigrare”. Come? “Lavorerò per mettere le imprese al centro – continua – e per raggiungerlo ci vogliono visione, progetto e competenza: per questo ci vuole una coalizione compatta e coesa (Arcipelago, Ap, Centristi, Sicilia Futura, Megafono e Pd, più altre due, Sinistra siciliana e generazione next) che si riconosce nei temi del centrosinistra”. Poi tocca alla parte più “politica”: l’analisi del sangue degli avversari.

“Il Movimento 5 stelle, ogni volta che è stato chiamato a passare dalla protesta alla proposta ha dimostrato di non avere capacità di governo tale da assegnare loro la Sicilia. All’altro schieramento dedico una riflessione: dobbiamo chiamarla coalizione convintamente di destra, non di centrodestra: il nome di Nello Musumeci è stato imposto da Lega e Fratelli d’Italia, Forza Italia voleva un altro nome. Vedo solo confusione e litigi. Dare il governo della Sicilia alla Lega è insensato”. Altra stoccata, Micari la riserva a Mdp ne le forze di sinistra che sostengono Claudio Fava: “Si fa una battaglia più contro l’unità del centrosinistra che contro i 5 Stelle e la destra”.

Alla fine, brevemente, le ricette per il programma: “Infrastrutture (porti, autostrade, banda larga), innovazione tecnologica, e formazione, a partire dalla scuola e dal diritto allo studio”.

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