MESSINA. Bobcat in azione, da qualche minuto, in via Peculio Frumentario, la strada che costeggia l’istituto Domenico Savio e sfocia in via XXIV Maggio nella quale nei giorni scorsi ha ceduto il manto superficiale, in basolato lavico, aprendo una piccola buca.

Non è la buca in sé, però, a preoccupare, quanto quello che c’è sotto: perché, come è accaduto di recente in altre strade (come la via Sant’Agostino, con due voragini aperte a sei mesi di distanza nello stesso tratto), gli scavi per “riempire” le buche e tapparle hanno rivelato che il sottosuolo messinese è praticamente…cavo. E le cause sono diverse, dalla rottura di tubi dell’acqua a quelli delle fognature, fino al naturale defluire dell’acqua, piovana o sotterranea.

In pratica, lʼacqua “scava” il materiale terreo sotto il manto stradale, e lo fa defluire, rendendo vuoto il sottosuolo. Con solo una sottile soletta di cemento e asfalto, e quando va bene una rete metallica, che le strade si aprano è solo questione di tempo, e di peso dei veicoli che ci passano sopra. Il termine tecnico è “sifonamento”: lo svuotamento del sottosuolo a causa dellʼerosione dovuta a perdite nelle condutture, o a canali di scolo che non funzionano o ancora, in genere, al passaggio veloce di acque che letteralmente divorano porzioni di suolo sotto le strade. Quando accade, si formano vere e proprie voragini.

Il denominatore comune, piuttosto preoccupante, è che tutte le strade in negli anni si sono aperte buche per questo motivo, dalla via Felice Bizazza alla Sant’Agostino, dal viale Boccetta alla via Peculio Frumentario, Dall’Annunziata alta alla via Galatti,  fino al caso limite del collassamento dell’intero torrente Trapani dalla via Garibaldi in giù, un decennio fa, sono perpendicolari al mare: in pratica, fiumare tombinate, sotto le quali continuano a scorrere alcuni della cinquantina di torrenti che attraversano Messina.

 

 

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments