MESSINA. La sua prima apparizione fu nel 2015, per poi campeggiare nella locandina della seconda edizione, nel 2016. Quest’anno, invece, Capitan Peloro debutta con un suo albo, “My name is Peloro” (tiratura mille copie),  al Capo Peloro Fest 2017, che aprirà i battenti i battenti domani e si chiuderà il 18 agosto. Il fumetto, infatti, sarà venduto anche online in cambio di una libera offerta ed il ricavato sarà tutto restituito al territorio con opere mirate all’ambiente e alla cultura.

UN NUOVO SUPEREROE. A raccontare un eroe contemporaneo, ma che affonda le radici nel mito, è Lelio Bonaccorso, che ha dato forma all’idea di Nello Cutugno (presidente della Pro Loco Capo Peloro, che organizza l’evento) e alle storie di Barbara Buceti grazie anche ai colori di una coppia di giovani e bravi coloristi, Debora Allo e Roberto Scalia: “Ho sviluppato Capitan Peloro partendo dai supereroi dei fumetti, anche se la base sono i nostri miti dello Stretto, come Nettuno, Colapesce e, appunto, Peloro. Non è stato complicato, perché l’iconografia è classica così come, classici, sono altri elementi, ad esempio il blu del mare e il tridente di Poseidone. Ho però deciso di inserire anche un tocco di modernità: una tavola da surf che richiama Silver Surfer, eroe di riferimento insieme ad Acquaman”.

IL PRIMO NUMERO. L’albo in vendita racconta la nascita del personaggio: Peloro, un giovane che si batte per la difesa del mare e dell’Ambiente (Capo Peloro è anche parte della Riserva Naturale orientata che ne porta il nome), si ritrova al cospetto di Nettuno, che gli dona il tridente e poteri speciali. “Successivamente, nella prossima avventura, creeremo dei nemici ad hoc”, anticipa Bonaccorso, che aggiunge: “Speriamo di dare vita ad un fumetto più lungo. Ciò che può funzionare in questa idea – spiega – è che Messina ha bisogno di supereoi come non mai. Per questo penso che l’operazione possa avere sviluppi futuri concreti”.

 

 

LELIO BONACCORSO. Fumettista, illustratore ed insegnante presso la Scuola del Fumetto di Palermo e di Messina, realizza dal 2009, insieme allo sceneggiatore Marco Rizzo, “Peppino Impastato un giullare contro la mafia” (BeccoGiallo ), “Gli ultimi giorni di Marco Pantani” ( Rizzoli Lizard ) , “Primo” ( Edizioni BD ), “Que Viva el Che Guevara” ( BeccoGiallo ), “Gli Arancini di Montalbano” di Camilleri ( Gazzetta dello Sport), “La mafia spiegata ai bambini” ( Beccogiallo ). Nel 2012 collabora con Marvel e DComics/Vertigo e per il Festival internazionale del fumetto di Lione rappresenta l’Italia in “Webtrip”. Tra il 2013 e il 2017 pubblica “Jan Karski l’uomo che scoprì l’Olocausto” (Rizzoli ­Lizard ), “419 Africa Mafia” (Ankama Editions), “L’immigrazione spiegata ai bambini” (Beccogiallo), “The Passenger” (Tunué), l’edizione 2016 del calendario per “Caffè Barbera”. Attualmente collabora con Ed. Glénat, Bonelli, Disney, Pearson e ha appena terminato “Sinai” (Beccogiallo). I suoi lavori sono stati pubblicati oltreché in Italia anche in : Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Usa, Canada, America Latina, Polonia.

IL MITO DI PELORO. Esistono più versioni. Quella di Omero, che ritiene Peloro un epiteto di Orione, mitico fondatore di Messina. Altri autori narrano che la punta (Capo Peloro) fu formata da Orione che vi costruì un tempio al padre Poseidone. Un’altra versione racconta che il promontorio prese il suo nome da un pilota della nave di Annibale il quale convinto di essere stato ingannato e condotto in un golfo senza uscita (sembrando unite le coste di Sicilia e Calabria) lo uccise e lo precipitò in mare. Resosi conto del fatale errore, il condottiero cartaginese gli intitolò il promontorio e gli elevò un tumulo e una statua che doveva servire da segnale ai naviganti. Un’altra etimologia riconduce a una ninfa venerata sul posto: Pelorias.

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