MESSINA. Venerdì prossimo, 12 aprile, alle ore 18:00, la galleria Foro G di via Lago Grande 43, a Ganzirri, inaugurerà “Mavare – il potere del femminile”.

La mostra è il risultato della Call indetta dalla stessa galleria lo scorso novembre.  L’idea di Roberta Guarnera (artista e proprietaria di Foro G) e Mariateresa Zagone (storica e critica d’arte) era quella di “far lavorare gli artist* sul potere di guarigione e creare il collegamento tra l’ azione/creazione taumaturgica dell’arte e il proprio potere personale.”

“Le Mavare – spiegano nel comunicato – erano quelle donne che, in società patriarcali che toglievano loro diritti e dignità, acuivano il loro “sentire”, tramandavano saperi tutti femminili fatti di riti e piante, di nenie e aruspicina, di fasi lunari e fondi di caffè e che, semplicemente, riuscivano a vedere meglio le cose, erano guaritrici. Erano nate con la capacità, o il dono (o, forse, la maledizione) di non avere filtri sugli occhi né nella mente. Per questo venivano, ben prima dei tempi delle nostre nonne, bollate come streghe. E per questo facevano paura – come fa paura chi dice la verità. Noi donne, in questi rigurgiti di maschilismo tossico, siamo streghe quando ci poniamo domande, quando vogliamo capire.”

Lo scorso 17 marzo la commissione, formata dalle già citate Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera con la professoressa Carmen Cardillo (docente di fotografia presso l’accademia delle Belle Arti di Catania), ha proclamato vincitrice assoluta l’artista Elisa Zadi. “La sua ricerca – spiegano – esplora da un lato l’identità femminile, dall’altro, attraverso l’introspettivo ritratto frontale, il rito della guarigione dall’orzaiolo attraverso gocce di olio tramutate in stelle. L’orzaiolo che, come le grandi e piccole infezioni, veniva associato al malocchio ricevuto, diventa qui ricordo della pratica ancestrale della bisnonna.”  

La giuria inoltre ha particolarmente apprezzato le opere di: “Angelo Carmisciano per il disegno anatomico incentrato sulla potenza del ventre fortemente onirico; Giulia Bartoccelli per la potenza del concept in cui il tabù mestruale diventa filo conduttore di identità perdute; Michela Magazzù per la grande sintesi visiva che fa emergere gli occhi dal groviglio di linee; Rita Palla per la forza dell’immagine in cui tutte le ferite inferte all’identità della donna urlano dalla veste che riafferma il potere ancestrale di chi l’ha abitata.”

In tutto sono state selezionate 22 opere, provenienti da varie regioni italiane (Sicilia, Toscana, Campania, Calabria). Una selezione che punta ad “essere una prima parziale mappatura di tradizioni, usi, nenie, riti, legati al potere del femminile.”

La mostra sarà visitabile presso FORO G gallery dalle 15 alle 18, fino a sabato 20 aprile. 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments