MESSINA. Maurizio Croce resterà per almeno un altro mese in consiglio comunale. L’Aula, chiamata a decidere sulla sua decadenza, ha infatti chiesto una sospensiva per richiedere un parere all’avvocatura dello Stato, che dovrebbe arrivare entro trenta giorni.

Per l’ex candidato a sindaco che siede in consiglio comunale in virtù del fatto di essere il candidato “perdente” nella tornata di amministrative di giugno 2023 che hanno decretato la vittoria di Federico Basile, è arrivato il voto del consiglio comunale nella delibera che gli contesta (sostanzialmente, perché la questione è complicata nei passaggi dalla burocrazia) l’ineggibilità e apre le porte per la sua decadenza.

Cosa accadrà adesso? Nel caso in cui il parere dell’avvocatura non gli sia favorevole, il consiglio procederà alla contestazione della causa di incompatibilità sopravvenuta, dando atto che le circostanze sono sopravvenute con l’elezione di Croce al consiglio comunale e alla contestuale carica di commissario per il dissesto idrogeologico. Entro dieci giorni Croce avrebbe due strade: rimuovere la causa di incompatibilità o contestare la votazione del consiglio. Dopo questo passaggio, entro ulteriori dieci giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio dovrà deliberare definitivamente e, ove riterrà sussistente la causa di ineleggibilità e/o incompatibilità, dovrà invitare il Consigliere a rimuoverla o ad esprimere, se del caso, l’opzione per la carica che intende conservare.

Nell’ulteriore caso in cui ci sia uno stallo nei successivi dieci giorni, cioè che Croce non opti per rimanere in consiglio o continuare a ricoprire la causa di commissario straordinario, il consiglio comunale dovrà dichiararlo decaduto.

A sollevare il caso era stato a novembre 2023 il presidente del consiglio comunale Nello Pergolizzi, che aveva inviato alla dirigente degli affari di consiglio Laura Strano due richieste, per appurare sia l’ipotesi di decadenza di Croce (per essere stato assente a sei sedute consecutive d’aula, “senza fornire alcuna giustificazione”: Ci sono stati mesi in cui Croce non ha mai messo piede in aula), sia l’ipotesi di ineleggibilità in quanto soggetto attuatore per l’emergenza idrogeologica della Regione Siciliana. A Luglio Croce aveva prodotto una delibera di Anac, l’agenzia nazionale anticorruzione, in cui sosteneva di non essere incompatibile.

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