di Giorgia Nunnari

MESSINA. “Un romanzo di formazione ma anche di deformazione, la deformazione educativa che porterà un cambiamento nelle vite di tutti I personaggi. (…) È un anti-giallo, anti-formazione. È più generi.” Così Patrizia Danzè ha definito “Luci di Luglio”, romanzo di Gian Mauro Costa presentato venerdì pomeriggio alle 18 alla libreria Feltrinelli, attraverso un dialogo con la giornalista e lo scrittore Guglielmo Pispisa.

Ambientata negli anni ’60, la storia trae origini da avvenimenti reali: la polizia del governo Tambroni spara sui manifestanti in piazza a Palermo, proprio qualche giorno prima di quella che, secondo la profezia di fratello Emman, doveva essere la fine del mondo, e mentre, in un’altra piazza nella vicina Monreale, viene girata la trasmissione di Mike Bongiorno “Campanile sera”.

“Un romanzo ambientato in un periodo cruciale per il nostro paese, – ha sottolineato Guglielmo Pispisa – che offre uno spaccato particolarmente interessante” perché descrive gli elementi positivi dei “favolosi anni ’60”, ma anche e soprattutto la presa di coscienza che porta allo scontro sociale. 
“Sul piano politico, secondo me, – Gian Mauro Costa – la pagina più interessante e decisiva per la storia d’Italia è stata il 1960. Si è chiusa in quei giorni in piazza la pagina della resistenza.”

In questo contesto, il romanzo segue le vicende di due adolescenti, un muratore e un camerriere che decidono di sequestrare un professore.

Secondo Danzè, si tratta di “un romanzo che si legge d’un fiato ma che bisognerebbe rileggere per coglierne davvero ogni aspetto.”

Lo scrittore ha inoltre anticipato che sta scrivendo proprio  in questi giorni una sorta di seguito di “Luci di luglio”. Prima però (forse a gennaio) uscirà il giallo “Ti uccido per gioco”.

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