MESSINA. Anche il Partito democratico interviene sulla votazione del consiglio comunale che ha decretato la liquidazione della partecipata Patrimonio Messina, di cui ne aveva votato la costituzione tre anni fa: votazione per cui la società la giunta, che l’aveva creata, non ci sta e minaccia di impugnare la delibera e denunciare i consiglieri che l’hanno votata. Dopo il Movimento 5 stelle, stamattina, spiegare la posizione che ha portato alla decisione di liquidazione tocca ai democratici Antonella Russo, Gaetano Gennaro, Felice Calabrò, Alessandro Russo, e all’esponente di LiberaMe Biagio Bonfiglio.
“Nella seduta di ieri il Consiglio comunale ha deciso a larghissima maggioranza di procedere con la messa in liquidazione della società Patrimonio Messina S.p.A., una società che la Giunta De Luca aveva fortemente voluto nel quadro del cosiddetto “Salva Messina” come strumento operativo snello che – sulla carta – avrebbe dovuto assicurare la valorizzazione dei beni del Comune: a distanza di tre anni dalla sua istituzione, questi obiettivi non solo non sono stati raggiunti ma neppure si ha ad oggi una certezza temporale su quando si sarebbero potuti raggiungere. Intendiamo essere pertanto chiari sin da subito; la liquidazione della Patrimonio Messina S.p.A. Era un atto dovuto e non per le presunte motivazioni di scontro politico che da qualche parte si leggono, lasciandoci sbigottiti, bensì per la sua incapacità, in tre anni di operatività, di produrre un solo risultato utile rispetto agli obiettivi che le erano stati dati. Una società nuova, creata ad hoc da De Luca nonostante le sue promesse vane di riduzione delle partecipate pubbliche, che ha fallito i suoi obiettivi, mentre è sopravvissuta per tre anni procedendo ad atti gestionali che sono pesati e tuttora pesano sui conti del Comune e che tuttavia appaiono surreali rispetto allo scopo sociale. Esemplare, in tal senso, il noleggio con leasing di una flotta di automobili sul cui utilizzo ci sembra opportuno dubitare, soprattutto in un momento di difficoltà economica come quella che vive il Comune. Il Consiglio, che pure aveva votato la costituzione della società tre anni addietro, ha semplicemente constatato che se in tre anni non si è riusciti neppure a stilare un elenco dei beni di proprietà del Comune, era bene – ed è stato bene – procedere senza indugi alla sua liquidazione. (in realtà la Patrimonio Messina ha proceduto a catalogare i beni immobili del Comune a novembre, ndr). L’obiettivo che abbiamo perseguito è stato quello di garantire all’Ente comunale un risparmio sostanziale, eliminando una società partecipata che costava e, si ripete, costa ancora alle tasche dei messinesi diverse centinaia di migliaia di euro l’anno: è moralmente o politicamente accettabile che si tenga ancora in piedi una ennesima società partecipata che non producendo risultati, macina risorse pubbliche? Il Consiglio comunale ha ritenuto di no, opportunamente e con grande senso di responsabilità, perseguendo l’unico fine, con la votazione di ieri, di far risparmiare alle casse del Comune una importante somma di denaro pubblico. Del resto, come il Gruppo del Partito Democratico da anni sostiene, avversando sin dal primo momento la costituzione di Patrimonio Messina S.p.A., le attività di valorizzazione del patrimonio comunale possono benissimo essere fatte dal competente Dipartimento Patrimonio dell’Ente, prevedendone il suo potenziamento in termini di risorse umane e tecniche. Se c’è già un Dipartimento preposto a tale obiettivo, non si comprende perché una nuova società pubblica, che fa dispendio di risorse pubbliche, dovrebbe sostituirsi all’Ente stesso. Peraltro, si ribadisce, senza ottenere alcun risultato in tre anni. Destano, pertanto, grave sgomento le odierne dichiarazioni dell’Amministrazione, che intenderebbe impugnare la delibera di ieri al TAR per vederla sospendere. Si procederebbe, infatti, a usare ancora denaro pubblico per un ricorso al TAR contro una delibera che a grande maggioranza è stata votata dando un indirizzo politico chiaro all’Amministrazione: nuove partecipate, inutili e divora soldi pubblici, non ne possiamo più consentire. E il ricorso dell’Amministrazione contro un atto del Consiglio comunale, oltre a continuare a far spendere inutilmente denaro del Comune, sarebbe significativo di come la Giunta De Luca, piuttosto che rispettare la volontà dei cittadini rappresentati in Consiglio, pensa di utilizzare per spirito di rivalsa o per ripicca politica il proprio ruolo amministrativo sulle spalle della Città. Ancora una volta, un gesto di grave irresponsabilità politica, della quale, sinceramente, non saremmo neppure sorpresi”.