MESSINA. Cambiamo Messina dal Basso si unisce all’appello lanciato dalla famiglia del documentarista e giornalista Gabriele Del Grande, arrestato in Turchia il 9 aprile scorso e trattenuto in un centro di detenzione amministrativa. Gabriele si trovava in Turchia, più precisamente quasi al confine con la Siria, per la realizzazione del suo prossimo lavoro, il libro “Un partigiano mi disse”, per raccontare, tramite il giornalismo narrativo, la guerra in Siria e la nascita dell’Isis attraverso le testimonianze di chi ha vissuto tutto in prima persona

Le autorità turche non hanno garantito a Gabriele i suoi diritti minimi, come il colloquio con un avvocato, incontrare le autorità consolari o poter fare telefonate, né hanno specificato le ragioni per cui si trova in stato di fermo e la durata della sua detenzione. Con l’unica telefonata concessagli, martedì 18 aprile, ha fatto sapere, tramite la sua famiglia, che ha cominciato lo sciopero della fame e chiede a tutti di mobilitarsi per far rispettare i suoi diritti.

«Noi non possiamo che aderire a gran voce al suo appello – si legge in un comunicato – L’ostinazione di Erdogan nel perseguire ogni voce libera e intelligente che non si accontenta delle verità propagandate dal suo regime è da tempo sotto gli occhi di tutti: la situazione di tensione in Turchia si inasprisce sempre di più e la vittoria nel referendum costituzionale di domenica scorsa non ci tranquillizza. La stessa Amnesty International ha lanciato poco tempo fa un appello a garanzia del giornalismo indipendente in Turchia, riconosciuto come il paese con più arresti di giornalisti al mondo (al momento si trovano in prigione oltre 120 giornalisti e altri operatori mediatici, e sono stati chiuse più di 160 agenzie di informazione)».

«Chiediamo convintamente alle autorità italiane, europee ed internazionali – prosegue la nota – di intervenire affinché sia restituita la libertà a Gabriele. Nella speranza di poter abbracciare presto a Messina Gabriele Del Grande, del quale abbiamo apprezzato professionalità, serietà e infinita bellezza in lavori come “Io sto con la Sposa”, speriamo giunga a lui e a tutta la sua famiglia la nostra stima e solidarietà».

 

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