MESSINA. Appena qualche ora dopo il duro affondo di Carmelo Garufi e Michele Barresi, che avevano puntato il dito contro la presunta “lottizzazione politico sindacale” all’interno dell’Atm, arriva la replica dell’azienda trasporti, che risponde alla accuse lanciate dai sindacati e sulla gestione dell’Ufficio Turni.

Di seguito il contenuto della replica, che riportiamo integralmente:

«Ancora una volta ci vediamo costretti a distogliere l’attenzione dall’intenso impegno quotidiano per replicare, all’unisono, l’attacco strumentale di alcune sigle sindacali che colgono ogni pretesto per sollevare polveroni mediatici riguardo alla gestione dell’ATM in liquidazione.

Ci sentiamo offesi dai toni e dai contenuti della nota di UIL e CGIL.

Oggetto del contendere è la gestione dell’Ufficio Turni, il quale ha rappresentato da sempre un “centro di potere” ove eventualmente  esercitare attività di proselitismo e  ”bancomat sindacale”, circostanza questa riconosciuta da tutte le sigle sindacali e dagli stessi lavoratori che ne hanno sollecitato la soluzione ai Liquidatori fino alle  recenti riunioni di fine Agosto.

Pertanto, questa Commissione, preso atto della contestata disfunzione e valutata la relazione del Direttore Generale, ha condiviso l’Ordine di Servizio oggi contestato.

Tale disposizione è del tutto legittima, rispettosa del CCNL e coerente con le esigenze dell’Azienda, ed inoltre, non risponde al vero che siano stati distolti autisti dalla guida per assegnarli agli Uffici e che vi siano danni erariali, anche potenziali derivanti dalle scelte aziendali, né tanto meno sussiste alcuna gestione allegra o finalizzata alla costruzione di carriere.

Su questo tema queste OO.SS. farebbero meglio a tacere così come hanno fatto nelle precedenti gestioni, riguardo a promozioni e sprechi che hanno superato il limite della decenza.

Ed infine, prendiamo atto che la nota delle sigle sindacali, che continuano a  ritenere inesistenti i presupposti della liquidazione, riporti una critica all’impegno profuso dai Liquidatori per approvvigiornarsi della provvista necessaria principalmente al pagamento degli stipendi di tutti i dipendenti e, quindi, anche dei loro iscritti». 

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