PALERMO. La politica si divide in due sulla scelta del Governo di classificare la Sicilia come “zona arancione”: chi è d’accordo con il presidente Nello Musumeci, schierandosi contro il premier Giuseppe Conte, e chi difende le scelte del Presidente del Consiglio dei Ministri attaccando il Presidente della Regione Siciliana. Fra questi il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Giancarlo Cancelleri, la senatrice messinese del Movimento 5 Stelle Grazia D’Angelo e il segretario regionale di Articolo Uno Pippo Zappulla.

«Ci sono due modi di amministrare e fare politica: con serietà e affrontando i problemi con pragmatismo per provare a risolverli, oppure con faccia tosta, mentendo spudoratamente a tutti e provando ad accollare ad altri responsabilità e inadempienze tutte proprie. Indubbiamente il presidente siciliano Musumeci appartiene a questa seconda categoria», si legge in una nota del viceministro Cancelleri.

«Musumeci, anziché attaccare in maniera pretestuosa il governo Conte, dovrebbe dire che i parametri che hanno determinano il colore delle Regioni non sono stati dati dal numero dei contagi, ma dalla situazione del sistema sanitario di ogni singola regione» dichiara l’esponente del Governo.

«Il presidente Musumeci, dovrebbe anche dire che la scelta non è stata fatta per simpatia o antipatia o per appartenenza partitica, ma esclusivamente in base a 21 parametri scientifici e al monitoraggio dell’Istituto Superiore Sanità – spiega – Musumeci piuttosto dovrebbe spiegare a noi siciliani perché in questi mesi, dei 301 posti di terapia intensiva richiesti, il suo governo ne ha realizzato solo poco più di 100. Il Governo Conte, che Musumeci non perde occasione di attaccare, ha messo a disposizione dell’Isola ben 125 milioni da spendere nella sanità per fronteggiare l’emergenza Covid, il governo regionale ne ha spesi ad oggi solo meno di 50».

«Il continuo scarica barile del presidente Musumeci, la polemica martellante per ogni decisione del governo Conte e il goffo atteggiamento di rivendicare risultati inesistenti, sono la dimostrazione di come Musumeci e Razza perdano più tempo in sterili polemiche, piuttosto che lavorare veramente per la Sicilia e per il bene dei siciliani», asserisce.

«Il colore arancione della Sicilia è il colore del fallimento di Musumeci, della lentezza e dell’incapacità del suo governo. Anziché arrampicarsi sugli specchi e mettere a rischio quotidianamente la salute dei siciliani – conclude il vice ministro Cancelleri – Musumeci dovrebbe semplicemente assumersi le proprie responsabilità, lavorare, se ne è capace, a testa bassa per migliorare il sistema sanitario dell’isola».

Così, invece, la senatrice messinese Grazia D’Angelo: «Reputo surreali le dichiarazioni dello stesso Governatore siciliano che si stupisce e dà colpe al governo nazionale. Musumeci conosce perfettamente la condizione di estrema vulnerabilità della sanità siciliana e già da aprile sa quali sono i 21 parametri stabiliti dal Comitato Tecnico Scientifico da rispettare. Musumeci e l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, dovrebbero avere l’onestà di ammettere ai siciliani i propri errori nella gestione del sistema sanitario siciliano, fra la prima e la seconda fase dell’emergenza sanitaria. Non sono stati, infatti, incrementati i posti in terapia intensiva ed è solo stato fatto l’annuncio di 588 nuovi posti (solo virtuali e ancora non fisicamente realizzati). Non è stato potenziato il tracciamento, si fanno 6 mila tamponi al giorno (come nel mese di aprile), le dotazioni organiche sono ridicole e le nuove attrezzature acquistate non sono sufficienti. Che si prendano le proprie responsabilità e agiscano subito, utilizzando gli importanti finanziamenti provenienti da Roma previsti per potenziare il sistema sanitario delle regioni italiane e fra due settimane, quando ci sarà un ulteriore aggiornamento dell’andamento della pandemia, potremmo diventare zona gialla», conclude.

«Se la Sicilia – continua – è arrivata al 25% di occupazione dei posti letto di rianimazione sfiorando la soglia di pericolo del 30%, se i posti letto dei pazienti meno gravi è al 33% vicinissimi al livello di allarme del 40%, se mancano ancora all’appello 162 posti di terapia intensiva sui 719 previsti per legge non è colpa di un complotto internazionale ma dei ritardi e delle inadempienze politiche e del suo governo – ha scritto invece il segretario regionale di Articolo Uno Pippo Zappulla – Se il sistema sanitario sconta drammatici vuoti di organico, ritardi nella realizzazione dei covid center, precaria e insufficiente sanità territoriale e assistenza domiciliare integrata è certo colpa di intere generazioni di governi regionali ma anche del sostanziale immobilismo dell’attuale governo Musumeci».

«Musumeci organizzi la regione – conclude -Zappulla – per evitare ritardi nel ristoro per le Imprese colpite dai provvedimenti, eviti tempi incredibilmente lunghi per la cig dei lavoratori, consegni agli enti locali le risorse necessarie a fare fronte alle emergenze economiche e sociali».

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments