ROMA. Come va la sanità in Sicilia? Non troppo bene, specialmente nei livelli essenziali d’assistenza nell’area della prevenzione e distrettuale. Questa potrebbe essere la sintesi del rapporto 2023 in merito al nuovo sistema di garanzia del Ministero della Salute che annualmente, basandosi su 88 indicatori generici (di cui 22 sono definiti “Core” e funzionali per i punteggi), fotografa lo stato di salute dei sistemi di prevenzione, distrettuali e ospedalieri della sanità nelle regioni e nelle province autonome dell’Italia. La Sicilia, in due aree su tre, presenta punteggi inferiori al livello minimo di sufficienza (ossia 60). Scendendo nel dettaglio, nell’area della prevenzione l’Isola riesce a realizzare un punteggio di 49 su 100: un valore distante da quello dei territori come il Veneto e Trento (98 punti)  e Lombardia e Toscana (95 punti), ma molto più vicino a quello della Calabria (41 punti, ultima a livello nazionale). Gli indicatori dell’area prevenzione sono quelli della copertura vaccinale nei bambini entro i 24 mesi, del controllo delle anagrafi animali, dell’attività di monitoraggio per la contaminazione degli alimenti, dello stile di vita e dei test di screening per la cervice uterina, colon e mammella.

In ambito distrettuale la Sicilia non eccelle e registra 44 punti, seguita dalla regione Calabria (40 punti) e Valle D’Aosta (35 punti). Il punteggio medio a livello nazionale è, invece, di 71 punti.  Il Veneto (96 punti), la Toscana (95 punti) e il Piemonte (90 punti) risiedono in testa alla classifica. Nell’attività dell’area distrettuale rientrano indicatori come come gli eventi entro i dodici mesi a seguito di infarto miocardico o ictus, il tasso di ospedalizzazione pediatrica per asma e gastroenterite, intervallo dei mezzi di soccorso, i re-ricoverati in psichiatria tra 8 e 30 giorni e il numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale.

Se per le precedenti due macro aree, l’Isola rientra tra le quattro regioni (insieme a Calabria, Abruzzo, Valle D’Aosta) che conseguono dei livelli inferiori rispetto a quelli essenziali, per quanto riguarda l’area ospedaliera il risultato è completamente opposto. I livelli di prestazione nell’ambito ospedaliero raggiungono un punteggio di 80 su 100: un punto sopra la media nazionale di 79. In quest’area i territori virtuosi sono la provincia autonoma di Trento (97 punti), Toscana (96 punti) e Veneto (94 punti). In coda, si posizionano la Valle D’Aosta (35 punti), Molise e Bolzano (62 punti). Ma come mai la Sicilia va meglio in quest’area? I settori per i quali i livelli della sanità siciliana sono migliori riflettono la quota di interventi per tumori maligni, l’autosufficienza di emoderivati, mortalità a trenta giorni dal primo ricovero per ictus ischemico, la percentuale di parti cesarei, le operazioni eseguite entro due giorni dalla diagnosi  della frattura del collo del femore, le colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria a 3 giorni.

Nonostante tutto, bisogna attendere la relazione annuale che verrà pubblicata nella seconda metà dell’anno rispetto i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che rappresenterà lo stato reale e dettagliato del sistema sanitario dell’Isola.

Tabella dei 22 indicatori CORE

 

;

 

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments