MESSINA. Le infrastrutture strategiche come ricetta per risolvere i problemi del Mezzogiorno e come opportunità per l’intero Paese. Dal Ponte sullo Stretto ad una Sicilia come base per la logistica nel Mediterraneo passando per la riqualificazione urbana, il rafforzamento delle reti ferroviarie e quelle stradali. Sono queste alcune delle proposte lanciate nel convegno “La Sicilia nel Mediterraneo-Infrastrutture strategiche per il cambiamento” organizzato dall’Ordine degli architetti di Messina con la collaborazione della Fondazione Architetti nel Mediterraneo.

Progetti da portare avanti in un contesto normativo in continuo mutamento per via delle novità introdotte nel settore dei concorsi di progettazione e degli appalti e che coinvolgono anche edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, infrastrutture ospedaliere e restauro dei beni culturali e dei poli museali. La realizzazione del Ponte sullo Stretto e la necessità di sveltire i procedimenti burocratici che ostacolano la realizzazione in tempi certi di opere infrastrutturali sono invece al centro dei pensieri del sindaco De Luca e che coccia, invece, con quelli del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Messina, Mario Paolo Mega.

Grandi infrastrutture, ma anche opere pubbliche di minore dimensione rappresentano una necessità per il capo di gabinetto dell’assessorato regionale alle Infrastrutture Ettore Foti: “Il 2020 sarà la cartina di tornasole per toccare con mano quello che questo Governo regionale ha fatto nel settore: abbiamo previsto oltre 300 milioni per la riqualificazione urbana dei 390 comuni siciliani, di cui sono stati già finanziati 280 milioni, nel 2020 partiranno i cantieri ed abbiamo previsto oltre 100 milioni per 70 interventi sulle strade provinciali, mentre 75 milioni di euro sono stati stanziati per i bandi che riguardano prevalentemente il dissesto idrogeologico”.

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