MESSINA. La Lega apre a Cateno De Luca, Pippo Trischitta ed Emilia Barrile, ma la presidentessa del consiglio comunale declina l’invito. Grazie, sto bene dove sto, ha spiegato la candidata di “Leali”, e anche De Luca non è sembrato esattamente entusiasta della proposta. L’ultimo movimento delle già movimentatissime amministrative messinesi viene da Carmelo Lo Monte, parlamentare del Carroccio che, con un comunicato che lascia spazio alle interpretazioni più svariate, sembra aver teso una mano ai candidati outsider.

C’è da dire che il comunicato è abbastanza… psichedelico: si parte da ” immobilismo e logiche gattopardiane che richiamano a loro volta movimenti che non generano in realtà alcuna prospettiva di rinnovamento”, per poi chiamare in causa centrodestra e centrosinistra, definite primo Stato, rappresentato dall’aristocrazia imprenditoriale, che si oppone al secondo Stato, rappresentato dall’élite accademica cittadina”, che tengono in ostaggio la città e “si fronteggiano coi talloni ben saldi sulla schiena del terzo Stato, rappresentato dal popolo”. Non è la prima volta che Lo Monte esprime dubbi sul candidato della sua area di centrodestra.

E’ quando sembrava che fossero terminate le figure retoriche che Lo Monte inizia a ricorrere alle allegorie: “Ma proprio come avviene nel celebre quadro del Caravaggio, i Bari, ecco che il Primo ed il Secondo stato, l’aristocrazia imprenditoriale e l’élite accademica, si accordano segretamente per imbrogliare il terzo giocatore, ignaro del pactum sceleris“. Quindi? “La Lega non può permettere che si compia l’ennesimo attentato alla democrazia ed alla politica cittadina, non può permettere che l’accordo tra i giganti locali, in una finta lotta che agli occhi più attenti si tramuta in un valzer del favoreggiamento reciproco, ledano il diritto del popolo di esprimersi”.

Tutto questo scomodare retorica aulica porta Lo Monte ad una proposta: “La Lega intende coagulare le distinte voci per comporre un coro che esprima chiara la volontà di cambiamento popolare,affinché unendo le giuste voci del popolo stanco, si possa creare un urlo che esprime chiaramente la volontà di fare”.

Quindi, benchè mai nominati, è verso Barrile, De Luca e Trischitta che tutti si sono voltati in attesa di una risposta. La prima è stata quella del deputato regionale: “A me sembra un’idea alquanto bizzarra” ha scritto Cateno De Luca, molto scettico sulla sua pagina facebook, aggiungendo “megghiu suli chi mali accumpagnati …”. Più argomentata la risposta di Emilia Barrile, anch’essa affidata al social network. “Da parte mia un no coerente, logico e motivato“, scrive, gelando gli entusiasmi leghisti. Poi argomenta: “Coerente perché ho deciso di correre con la mia lista civica, Leali-Progetto per Messina, con un piano già delineato. Qualsiasi scelta diversa non si sposerebbe con la logica: ai messinesi non interessano le insegne ma i fatti, la politica vera e concreta, quella che personalmente faccio ogni santo giorno da 15 anni a questa parte, tra la gente e per la gente. Ciascun candidato presenta – e rappresenta – una proposta alla città, ma per quanto mi riguarda resto aperta a chiunque voglia sostenere o condividere il mio programma per il rilancio di Messina”. E chiude con quattro battaglieri hashtag, casomai il concetto non fosse chiaro.

E Trischitta? Al momento si è tirato fuori dalla parata di due di picche rifilati alla Lega. Però il dente avvelenato con Lo Monte, il candidato a sindaco di Messina Splendida ce l’ha, e pure bello forte, da qualche settimana. Da quando, pressappoco, nonostante il suo incontro con Matteo Salvini di qualche settimana fa, ha rivelato che a gennaio la Lega avrebbe sostenuto di appoggiare la sua candidatura e poi di esserci accordata con il candidato di centrodestra Dino Bramanti. Ipotesi, quella sostenuta da Trischitta, smentita dalla proposta di Lo Monte. Che le sue riserve, e quella del partito sotto le insegne del quale siede a Montecitorio, le sceglierà martedi 8.

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