Che sia chiaro: non parlo né di ex amanti, né di ex mogli o ex mariti.
La città ha tanti ex pure tra i politici, gli amministratori, i notabili o i malfattori, ma è di Luoghi che parlo. Messina è piena di luoghi che portano denominazioni disperatamente ancorate a una condizione passata ma storicamente recente, a un nome passato che seppure cancellato persiste come se questo fosse una scialuppa di salvataggio tra le onde mobili del presente o quelle sconosciute del futuro.
La città non elabora con facilità il futuro e resta ferma o peggio rafforza nomi di luoghi collegati ad attività cessate che forse neanche all’epoca della loro massima attività ebbero tanta popolarità o che se la ebbero, da quell’epoca sono passati lustri, un ventennio o anche mezzo secolo.
Quali luoghi? Senza troppo pensarci dico a raffica: ex Gil, ex Gasometro, ex Fiera, ex Sea Flight, ex IAI, ex Irrera a mare, ex Inceneritore, ex Magazzini Generali, ex Rowenta, ex Metropol, etc etc; l’elenco superando il numero dei cinque Ex mi impedisce di liquidare rapidamente l’argomento dentro l’azzeccata rubrica i Cinque di LetteraEmme e chiama una breve riflessione.
Alcuni tra questi luoghi denominati come Ex sono degli Ex di tipo Trans generazionale (Sea Flight ad es.), o trans identitari (continuare a chiamare ex IAI, i locali della già furono ex Provincia ma già Città Metropolitana, ecco fa scivolare sotto il tavolo ogni certezza d’identità), insomma sono degli Ex chiari a molti e oscuri a tanti o meglio incomprensibili e sfocati se trascinati nel linguaggio o negli appuntamenti urbani della gioventù dei Millennials, o nella testardaggine con cui alcuni di questi ostinati Ex si infilano nei documenti ufficiali, nei progetti e nelle programmazioni di svariate amministrazioni o enti pubblici.
La forma avverbiale dell’Ex con il trattino e anteposto al sostantivo, indica che la condizione o funzione espressa dal sostantivo stesso è ormai decaduta o cessata, quindi se smontato e demolito il Gasometro di viale della libertà e sparito alla vista e dall’olfatto dei messinesi da oltre quaranta anni, non si capisce come possa tornare in alcune conversazioni o in molti articoli giornalistici, nome riproposto malgrado la sua evidente inesistenza materiale come Ex Gasometro. O perché l’area sportiva della Gioventù Italiana Littoria –GIL- organizzazione aggregativa dei giovani fascisti, cancellata da una guerra mondiale e da una guerra civile, dai bombardamenti degli angloamericani e dalla repubblica antifascista resti ancora oggi in quella condizione intermedia di ex Gil, e com’è interpretabile quel nome per mia figlia tredicenne. Perché quel rudere Ex Sea Flight nonostante la sua fallita e dissennata esistenza di fabbrica di aliscafi sulla punta di Cariddi, mostri cosi tanta resistenza a cambiare nome o perlomeno a riconquistare persino un nome pieno senza quella sottolineatura di una condizione di ex.
L’ex riferito alle persone è spesso una funzione che indica qualcuno con cui si è troncato un rapporto amoroso, forse allora si può capire che con qualche luogo o attività di Messina, alcune generazioni hanno intessuto rapporti amorosi, o perlomeno immaginari amorosi che fanno comprendere l’inerzia a voltare pagina.
Poi c’è l’ex del linguaggio giuridico o burocratico che ci fa capire la provenienza di norme o articoli di legge. Potremmo quindi ipotizzare che tutti questi ex che pullulano in città sono semplicemente un’indicazione di provenienza, che si fa tanto più forte e resistente nella costruzione immaginifica della narrazione familiare o di comunità dei nomi, o nel bombardamento della Comunicazione, da potere attraversare indenne quartieri, classi sociali età e generazioni e ripresentarsi con quello status di Ex.
Senza una mutazione di stato (mentale e culturale) dei luoghi, la città rimane su nomi che conosce o ripete oppure prende i nomi dei luoghi che passano svogliati dalle bocche degli abitanti, questo racconta una storia fragile che cerca identità di superficie e cancella invece con il napalm altre storie profonde.
Non vorrei che a furia di produrre tutti questi “Ex“ la città apparisse come “una poco di buono”, o una mantide, o peggio una vedova con tutti gli ex, defunti da tanto tempo ma ancora tenuti in casa, mentre quelli che non sono ancora ex, sembrano sempre pronti a diventarlo.
Dal blog : https://corpodellecose.wordpress.com
….ci stava pure ex Istituto Marino di Mortelle….