Ieri mattina, verso le sei meno un quarto mentre correvo per le strade di Messina con un’alba mozzafiato, dalle cuffie del mio telefonino collegato con Radiodue sento una sfilza di accaniti radioascoltatori che a quella stessa ora si premuravano di telefonare alla radio per gridare al mondo la loro urgentissima necessità di “votare subito!”.
Ma ci siamo rincoglioniti?
Non abbiamo ancora capito che fanno solo questo? Solo questo. I nostri parlamentari fanno solo leggi per la classe dirigente. Non sto parlando solo della legge elettorale che come tutto ciò che riguarda le elezioni è un fatto patologico. Il problema è che si è riformato uno iato tra la cosiddetta classe dirigente (ormai obiettivamente troppo miserabile per essere definita tale) e il popolo. Una spaccatura che non si vedeva dai tempi della rivoluzione francese. Per dirla volgarmente, i nostri politici, o meglio politicanti, se ne fottono di noi. E se ne fottono così brutalmente che hanno perduto il senso della vergogna. Le loro schermaglie, ormai sfruttate a più non posso dallo sciacallaggio televisivo, sono l’unico tema politico di questo paese. Sorvoliamo sulla realtà regionale siciliana, sorvoliamo sulla corruzione, sulla mafiosità, sull’ignoranza, la balordaggine e il fancazzismo parassitario e impunito di certi onorevoli siciliani ai quali di onerevole è rimasto solo il nome. Anche in Sicilia le notizie, le leggi e i fatti sono solo quelli che riguardano la classe dirigente. Allora, siccome la rivoluzione francese non si può rifare, tanto meno in Italia, io propongo un’altra piccola rivoluzione. Iniziamo adesso la campagna non-elettorale! Stiliamo insieme le liste. Le liste di tutti quelli che non vogliamo che siano rieletti. Non chiediamo più voti, lasciamo che ognuno decida veramente in piena libertà, ma chiediamo alla gente perbene e onesta, che è una parte molto più vasta di quanto non si creda, di non votare per tutti i cialtroni, saltafossi e parassiti che usurpano già da troppi anni le polverose poltrone di un potere logoro e morente.
Stiliamo le liste:
“Non votare e non fare votare per….”
Segnalo sul tema qui introdotto da Ninni Bruschetta il filone di pensiero che suggerisce di introdurre il Negative Vote nei sistemi elettorali. Esistono già applicazioni concrete del “voto negativo” (ad esempio, il segretario generale delle Nazioni Unite può ricevere voti contro la sua candidatura, i sistemi elettorali australiano e irlandese contemplano, in una certa forma, la pratica) e si ritiene che il voto negativo rappresenti tra l’altro un incentivo alla partecipazione elettorale. È stato calcolato che l’afflusso alle urne delle elezioni presidenziali americane di novembre 2016 sarebbe aumentato di 7 punti con la possibilità di esprimere un parere contrario per… Leggi tutto »
strano, il sondaggio di oggi di Repubblica parla di un 70% di contrari al voto subito!