MESSINA. Una partenza un po’ in sordina, a rilento, fino al grande pienone a Piazza Duomo, stracolma di manifestanti. Dopo le due precedenti manifestazioni di giugno e di agosto, il popolo No Ponte torna a far sentire la propria voce in strada, nel corso del corteo partito intorno alle 16 da Piazza Cairoli.

Quanti erano? Duemila? Cinquemila? Diecimila? Di più? Numeri pressoché impossibili da quantificare con esattezza, però, dopo un inizio da piazza Cairoli che non faceva presagire agli organizzatori nulla di buono (e infatti le facce erano tese e plumbee più del meteo, grigissimo ma clemente), al corteo si sono aggiunte molte persone, al punto che, dopo aver percorso l’isola pedonale di viale san Martino ed aver svoltato verso via santa Cecilia, quando la testa del corteo era in via Primo Settembre, la coda era ancora all’inizio della via Cesare Battisti: alla fine, per qualche minuto piazza Duomo è stata gremita, prima che i manifestanti iniziassero alla chetichella ad andarsene.

In testa, fra gli altri, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, il sindaco di Riace Mimmo Lucano il giornalista Sandro Ruotolo, i parlamentari pentastellati Barbara Floridia e Antonio De Luca, lo storico esponente della destra siciliana Fabio Granata, assessore alla cultura di Siracusa, già vice presidente della Regione Siciliana, e vari esponenti nazionali: tante le sigle presenti (oltre cinquanta), nutrita la presenza di partiti, dal Pd ai 5 Stelle, fino a Rifondazione comunista e persino il partito Marxista-Leninista italiano, con due attivisti catanesi, marito e moglie, fedeli alla antica arte del volantinaggio.

La struttura del corteo testimoniava le diverse sensibilità presenti per dire no al ponte, ma anche una certa frizione tra gli organizzatori: in testa gli storici nopontisti, con l’ex assessore Daniele Ialacqua come maestro di cerimonia a guidare i cori e coordinare gli interventi, quindi le associazioni (Legambiente dei Peloritani e del Tirreno, Wwf, Uisp, Italia nostra tra le più numerose), la Cgil, unico sindacato presente, quindi i partiti, dopo di loro i “non allineati”: semplici cittadini che non si rispecchiano in nessun soggetto, ma il ponte non vogliono sentirlo nemmeno nominare. A chiudere il corteo, i movimenti radicali, più belligeranti e seguiti dal solito sound system, che una volta arrivati a piazza Duomo hanno abbandonato la manifestazione e non sono saliti sull’affollatissimo palco a parlare. Numerosissimi gli interventi dal palco, fra i quali quello più significativo è stato quello del deputato nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli, che annuncia un nuovo fronte di scontro: Adesso partirà la più grande offensiva legale e giuridica contro la Stretto di Messina spa”. 

Il comunicato del coordinamento No Ponte: “Si erano illusi di trovare un territorio pacificato. Si erano illusi che sarebbero bastate poche balle per convincere gli abitanti dello Stretto. Si erano illusi che ci saremmo bevuti il ponte green e i 100.000 posti di lavoro. Insomma, si erano illusi che il movimento No ponte non ci fosse più. E invece – commentano i promotori – si sono ritrovati 3 manifestazioni in pochi mesi con migliaia di persone in piazza e una promessa: ci vediamo sui cantieri. Ci sarà ora, come sempre, la girandola dei numeri. A noi non importa nulla. L’abbiamo detto a Torre Faro, l’abbiamo detto il 12 agosto. Lo diciamo oggi. Eravamo una marea. All’interno di questa moltitudine abbiamo scelto di esserci con le modalità di sempre. Facendo prevalere le bandiere No ponte su quelle delle singole identità organizzate, portando in piazza le bandiere degli altri movimenti in lotta, secondo un pensiero intersezionale che non scinde i mille conflitti che attraversano la società. Di questa giornata portiamo, però, con noi un dispiacere. Quelle prime file sotto il palco con sole bandiere di partito non rendono conto della storia del nostro movimento e non promettono nulla per il futuro. La lotta contro il ponte verrà vinta dalla mobilitazione degli abitanti dei territori dell’area dello Stretto e dalla partecipazione degli altri movimenti territoriali con i quali intratteniamo un rapporto di reciprocità. Andremo avanti così, continuando a organizzare la resistenza al mostro sullo Stretto. Ora e sempre No ponte”.

 

Le foto di Francesco Algeri:

 

 

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