MESSINA. Non solo spiagge, giovani e divertimento: gli assembramenti avvengono anche nelle chiese, con gli adulti, e per celebrazioni liturgiche. Già domenica scorsa, di mattina, la tradizionale benedizione delle Palme di piazza Duomo aveva fatto storcere il naso a molti per la grossa presenza di fedeli ammassati nello stesso spazio, appena qualche ora prima del “caso” di Capo Peloro (pur senza suscitare la stessa indignazione).
Ieri, il giorno prima dell’entrata in vigore della “zona rossa”, una scena simile si è ripetuta davanti alla chiesa Oratorio della pace, in cui sono custodite le varette (o “barette”, la questione è discussa e controversa), la cui processione, che per il secondo anno consecutivo non si è svolta il venerdì santo a causa delle misure di contenimento dei contagi anti Covid, ha lasciato molti devoti orfani della tradizionale passeggiata per le vie di Messina degli undici simulacri che rappresentano la via crucis.
I fercoli, però, erano regolarmente visitabili all’interno della chiesa: fuori, in attesa di entrare, o per scambiare quattro chiacchiere, per tutto il pomeriggio c’è stato un continuo via vai di gente, fra code e capannelli: quello che, in altre circostanze, è sotto i riflettori dell’indignazione, con l’indice puntato da parte dei benpensanti.
Nessuno a dir loro “state a casa, cazzo???”
L’ipocrisia regna (e regnerà a lungo, temo) sovrana ..
Ci colpa la movida