MESSINA. Assolte in appello le sorelle Daniela e Natala Corio, accusate di calunnia nei confronti di Salvatore Formisano. La Corte d’Appello (presidente Alfredo Sicuro, giudici Carmelo Blatti e Maria Teresa Arena) ha disposto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. In primo grado le due sorelle erano state condannate ad un anno e 4 mesi pena sospesa. Il pg Santi Cutroneo aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado emessa dal giudice monocratico Fabio Pagana. La Corte d’appello, invece, ha accolto le tesi difensive degli avvocati Nino Cacia e Nino Favazzo e le ha assolte. La parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Giovanni Villari.

La vicenda rappresenta una costola di una più ampia vicenda relativa alla gestione della società di vigilanza “Il Detective”. Tutto scaturisce da un passaggio di consegne avvenuto nel 2010, quando Formisano si era dimesso da presidente del consiglio di amministrazione. Proprio a seguito di questo passaggio le due sorelle e il nuovo presidente si erano recate nella sede della società ma non erano riuscite ad entrare perché le chiavi le aveva Formisano, che era fuori Messina. Erano state raggiunte da due pattuglie della Polizia, intervenute a seguito di una segnalazione, secondo le due sorelle, nella quale si segnalava una rissa. Le due sorelle, convinte che fosse un’azione ostruzionistica di Formisano, lo avevano denunciato. Denuncia che poi era stata archiviata. Formisano a sua volta ha denunciato le due sorelle per calunnia per averlo incolpato di procurato allarme. La corte d’appello le ha assolte.

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