MESSINA. Sono le 5:20 del 28 dicembre quando la più grave catastrofe naturale mai avvenuta in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, si abbatte su Messina e Reggio Calabria. Un disastro naturale, il più devastante che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici, che ha una durata di appena 37 secondi. Un lasso di tempo infinitesimale sufficiente a radere al suolo due città, provocando decine di migliaia di vittime e cancellando per sempre migliaia di anni di storia (e a terminare l’opera del sisma ci pensarono prima le demolizioni e poi le ricostruzioni).

C’è un prima e un dopo quell’alba tragica di 115 anni fa, quando un terremoto di 7.1 gradi fece tremare con una violenza inaudita le due sponde dello Stretto, cogliendo Messina nel sonno insieme allo strascico di un maremoto provocato probabilmente da una grossa frana sottomarina, la cui entità ha sempre diviso gli studiosi.

Già provata dal sisma del 1783, la città venne nuovamente devastata, cambiando aspetto e fisionomia nei lunghi anni della ricostruzione, seguendo i dettami del piano Borzì, approvato il 31 dicembre del 1911, che  ne ridisegnò l’abitato e la conformazione urbana.

chiesa di san Francesco all'Immacolata

Chiesa di San Francesco all’Immacolata in viale Boccetta

La chiesa oggi

 


 

via dei Monasteri, attuale via XXVI maggio

via dei Monasteri, attuale via XXVI maggio

La via oggi


 

via I settembre, sullo sfondo piazza Duomo

via I Settembre, sullo sfondo piazza Duomo

La strada oggi


 

via I Settembre, sullo sfondo piazza Stazione

La via oggi


 

piazza San Martino, l’attuale piazza Cairoli

L’attuale Piazza Cairoli


 

il palazzo della Prefettura

Il palazzo oggi


 

il Duomo

Il Duomo oggi


 

il Teatro Vittorio Emanuele, prima conosciuto come Sant’Elisabetta

 

Il teatro oggi

 

Le foto sono tratte dal libro di Franz Riccobono “Il terremoto dei terremoti”

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