MESSINA. Sono le 5:20 del 28 dicembre quando la più grave catastrofe naturale mai avvenuta in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, si abbatte su Messina e Reggio Calabria. Un disastro naturale, il più devastante che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici, che ha una durata di appena 37 secondi. Un lasso di tempo infinitesimale sufficiente a radere al suolo due città, provocando decine di migliaia di vittime e cancellando per sempre migliaia di anni di storia (e a terminare l’opera del sisma ci pensarono prima le demolizioni e poi le ricostruzioni).
C’è un prima e un dopo quell’alba tragica di 115 anni fa, quando un terremoto di 7.1 gradi fece tremare con una violenza inaudita le due sponde dello Stretto, cogliendo Messina nel sonno insieme allo strascico di un maremoto provocato probabilmente da una grossa frana sottomarina, la cui entità ha sempre diviso gli studiosi.
Già provata dal sisma del 1783, la città venne nuovamente devastata, cambiando aspetto e fisionomia nei lunghi anni della ricostruzione, seguendo i dettami del piano Borzì, approvato il 31 dicembre del 1911, che ne ridisegnò l’abitato e la conformazione urbana.
Le foto sono tratte dal libro di Franz Riccobono “Il terremoto dei terremoti”