MESSINA. Gli architetti di Messina torneranno alle urne il 31 marzo. Per eleggere uno solo dei quindici membri del consiglio dell’ordine di Messina, a causa della decadenza di Giovanni Lazzari decisa dal consiglio nazionale dell’ordine in seguito all’accoglimento di due ricorsi presentati da Dario La Fauci e Antonio Caligiore, e da Gaetano Montalto, primo tra i non eletti alle elezioni di giugno. Sia La Fauci che Montalto sono stati presidenti dell’ordine di Messina.

Tra le dodici candidature che sono arrivate per il posto vacante, c’è anche la sua, quella dell’appena decaduto Giovanni Lazzari. Perchè per il consiglio nazionale dell’ordine degli architetti, Lazzari non è eleggibile per aver già svolto tre mandati consecutivi (motivo della sua decadenza), ma può comunque presentarsi alle elezioni da candidato: è candidabile ma ineleggibile.

A decidere per nuove elezioni, e non per un avanzamento della graduatoria del non eletti, è stato lo stesso ordine nazionale, criterio adottato anche per altri ordini provinciali che si sono trovati nella stessa situazione messinese. Perché, nonostante la situazione paradossale, Lazzari ha presentato la sua candidatura?

“La mia candidatura, a giugno, fu decisa sulla base di un parere legale. A mio giudizio, e a giudizio dei legali, è ancora valido, nonostante l’ordine nazionale abbia deciso la mia decadenza – spiega Lazzari –  I consigli nazionali fino ad oggi hanno interpretato che non si può andare oltre i tre mandati consecutivi, e nell’ordinanza di decadenza motivano con l’ineleggibilità ma non l’incandidabilità“.

Cosa succederebbe se Lazzari venisse eletto ancora una volta? Teoricamente dovrebbe di nuovo decadere e a lui subentrare il primo dei non eletti, così come è successo coi “cugini” ingegneri. A seguito di ricorsi di uguale natura, sul cumulo dei mandati consecutivi, sono infatti decaduti Santi Trovato, Pino Rando, Gianluca Mirenda e Nino Barone, sostituiti dai primi quattro non eletti.

“L’ordine degli architetti invece non ha fatto avanzare la graduatoria e ha indetto nuove elezioni. Io, per dimostrare le mie ragioni dovrei fare tre ricorsi in cassazione: uno contro l’ordinanza di decadenza, uno contro l’indizione delle elezioni e uno anche contro la proclamazione”. Lazzari, la sua candidatura l’ha presentata quasi allo scadere del termine ultimo. “E’ ancora oggetto di riflessione – spiega – sto ancora valutando se andare fino in fondo e candidarmi o meno”.

In questo caos normativo, anche la data delle elezioni è in forse, perché l’ordine nazionale ha indicato il finesettimana di Pasqua, da sabato a lunedi, come data di ritorno alle urne. Cosa che ha provocato le dimissioni di alcuni dei componenti il seggio: ragion per cui, sarà chiesto un posticipo, probabilmente a metà aprile.

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Pippo
Pippo
29 Marzo 2018 7:52

Non c’è nessun caos normativo, solo tanta tracotanza e mancanza di rispetto delle norme.