MESSINA. “Padre Lorenzo Campagna o chi per lui consegni per l’occasione le chiavi in modo da agevolare l’accesso ai giardini e consentire il sopralluogo di un tecnico del Dipartimento interessato per verificare lo stato dei luoghi in vista della prossima apertura al pubblico”. 

Mostra i muscoli l’assessore all’Arredo urbano Daniele Ialacqua, al quale il fatto che a pochi giorni dall’affidamento da parte del Comune, la parrocchia abbia deciso di impedire l’accesso ai giardini della chiesa di Montalto ai volontari di Puli-AMO Messina, non è andata giù. E quindi giovedì 10, alle ore 10, all’entrata laterale di via Dina e Clarenza, sarà ufficialmente consegnata in adozione a Christian Mangano, nella sua qualità di rappresentante di “PuliAMO Messina”, l’area dei giardini di Montalto, come da scrittura privata sottoscritta il 31 luglio scorso, ai sensi della delibera di Giunta municipale “Verde bene comune” n. 758 del 2013. 

La vicenda si inserisce nella querelle che va avanti da anni tra Curia e Comune sulla proprietà dei giardini di Montalto. Le chiavi del giardino le ha la parrocchia, a palazzo Zanca spiegano di essere in possesso di documenti ufficiali che attestano la titolarità del Comune, mentre la Curia sostiene di essere in possesso di documenti risalenti all’800 che le attribuirebbero la proprietà del giardino, e che il possesso dell’area da più di trent’anni (ma non la proprietà) è un fatto giuridicamente tutelato.

A Ialacqua ha risposto con una nota proprio Lorenzo Campagna, insieme al legale Gianfranco Limosani. Il parroco lamenta di non essere stato invitato, nè lui nè il rappresentante della Curia, monsignore Francesco La Camera alla stipula della concessione privata per la tutela e l’affidamento di fioriere aiuole o aree attrezzate” del 31 luglio dal dirigente del Dipartimento comunale Verde Pubblico, Domenico Manna

“La scrittura privata poteva e doveva eventualmente essere sottoscritta anche dal parroco di S. Maria di Montalto, che esercita sull’area il possesso uti dominus ininterrottamente da circa 70 anni, ritenendo fra l’altro di poter vantare su di esso il diritto di proprietà” Nell’atto di affidamento, secondo il legale, “non si tiene in alcun conto dell’inveterato possesso uti dominusdel fatto che nella villetta insistono ben quattro aperture di un immobile, di proprietà della Parrocchia, adibito a salone parrocchiale, che rende impossibile ed illegittima la eventuale esclusiva gestione della villetta da parte di un soggetto diverso dalla Parrocchia. La presenza di aperture nella villetta, peraltro, chiarisce ancor di più, ove ve ne fosse bisogno, a quale soggetto debba ricondursi la titolarità dello spazio”

 

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