MESSINA. «Avevano parlato del più grande progetto di rigenerazione urbana. Avevano promesso che entro un anno sarebbero partiti i lavori. 365 giorni dopo niente di realizzato dell’ennesimo racconto di progetti e idee: la prova, ancora una volta, che quell’amministrazione ha abbandonato la nave stile Schettino, mandandoci ad elezioni anticipate, mentre quel non-luogo continua a covare degrado». A commentare la situazione dell’ex Silos Granai è Domenico Gabriele Ferrante, co-fondatore del progetto #MaiPiùScempi e candidato alla quarta circoscrizione con il Movimento 5 Stelle.

A maggio 2021, con #MaiPiùScempi, il progetto nato dalle menti di Ferrante e dal presidente dell’associazione Piazza Cairoli, Marco Bellantone, era stata denunciata la situazione di degrado del primo affaccio alla città che ricevono i turisti quando arrivano dalla stazione marittima, a cui era seguito il piano d’azione dell’amministrazione illustrato dall’allora vicesindaca Carlotta Previti. . «Le elezioni non erano prevedibili, ci eravamo messi in testa di dare uno scossone all’orgoglio messinese. Abbiamo avuto in cambio promesse ed eravamo felici di aver ottenuto almeno quelle», spiega Ferrante dopo un anno da allora.

«La Previti – commenta Ferrante – il 4 giugno 2021 aveva spiegato ai giornali che era in corso di elaborazione il progetto per un grande hub tecnologico. A un anno esatto tutto è fermo e sommerso dall’immondizia. I lavori avrebbero permesso, nei piani dell’ex amministrazione, la creazione di un hub che avrebbe favorito il rapporto tra Pubbliche Amministrazioni, imprese, ricerca scientifica e formazione dei giovani e avrebbero dovuto riguardare anche il mercato alle spalle dell’ex Silos e i Magazzini generali. I fondi utilizzati sarebbero stati quelli europei per l’innovazione, con un investimento di circa 15 milioni di euro. Da allora però tutto tace e l’area è ancora sommersa dai rifiuti»

«Nati come deposito di stoccaggio di derrate alimentari che poi sarebbero state vendute nei contigui Magazzini generali -spiega Ferrante- i Silos Granai sono sostanzialmente abbandonati dagli anni ’80. Da allora il Comune di Messina, proprietario, tenta di sbarazzarsene o, alternativamente, di valorizzarli, non riuscendo a fare né l’una né l’altra cosa. Non che non ci abbia provato».

«Nei vari piani di dismissione i Silos Granai – continua il candidato – negli anni hanno assistito ad un’altalena di valutazioni: dai 13,4 milioni ai 12 dopo la prima asta deserta, nel piano dismissioni del 2009 della giunta di Giuseppe Buzzanca, poi “messi a realizzo” a 8 milioni 560 mila euro dall’allora commissario straordinario del comune di Messina Luigi Croce e poi rivalutati a 10 milioni e 700mila euro dall’amministrazione di Renato Accorinti, che invece di venderli voleva riqualificarli, si partì con la realizzazione di murales nell’ambito del progetto “Distrart”, null’altro. Sorte ancora più beffarda per i Magazzini generali, venduti per il 10% circa del loro reale valore a un imprenditore che avrebbe voluto farci un palazzo a sette piani da oltre 12mila metri cubi di volume (mentre i Silos Granai, 3700 metri quadrati di superficie, una volta abbattuti, avrebbero fatto spazio ad un progetto di palazzo a nove piani da oltre 45mila metri cubi), per poi accorgersi che sull’immobile gravava un’ipoteca. In una porzione dei Magazzini Generali è ospitato il rifugio per senzatetto “La Casa di Vincenzo”»

«Il 13 novembre 2019 – continua Ferrante – è stato anche effettuato un sopralluogo ufficiale dal sindaco Cateno De Luca e dell’assessore alle Smart City Carlotta Previti, insieme con la squadra dell’ufficio programmi comunitari coordinata dall’ingegnere Giacomo Villari e da Placido Accolla responsabile di Mesmart, tutti protetti da tute isolanti e mascherine per proteggersi dell’accumulo di materiale ingombrante e dagli escrementi. L’idea della Giunta, spiegò all’epoca la vicesindaca, era quella di riqualificare il complesso immobiliare secondo i canoni dell’edilizia sostenibile. A distanza di tre anni dal sopralluogo e di un anno dall’esposizione del piano, l’ex Silos ancora è destinato a diventare una discarica di degrado e sporcizia»

«Lo scorso marzo è stato aggiudicato un appalto per far partire un processo di bonifica e messa in sicurezza per la riconversione, ma da lì, dopo tre mesi, tutto è fermo. Chiediamo che l’area venga riqualificata – conclude – Una zona in centro città e un affaccio sul mare non può essere lasciata abbandonata a se stessa, sommersa dall’immondizia e presa di mira dagli incendi, come quello dell’agosto 2019, del luglio 2020 e aprile 2022. Non è giusto per i turisti e per i cittadini, senza tenere in considerazione il danno ambientale che si sta andando a creare».

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