MESSINA.  Cinque anni dopo la situazione non è cambiata. Stesso stato di abbandono, stesso degrado. Malgrado la recente proposta di tre consiglieri della II circoscrizione di convertire la struttura fatiscente in una scuola. Era il 2012 quando l’allora segretario del circolo ”Pippo Spadaro”, Ivan Tornesi, lanciò il suo appello per salvare l’ex Opera Pia Scandurra, l’immobile pubblico di cinquecento metri quadri che sorge tra il rione Contesse e il Villaggio Unrra. “Il bene è attualmente inutilizzato e il mancato monitoraggio dell’area permette ingressi continui per furti e devastazioni.  Siamo di fronte all’ennesimo caso di abbandono e spreco di risorse pubbliche, sempre a causa dell’inattivismo delle istituzioni competenti”, si legge nel comunicato di allora, in cui si chiedeva di realizzare nella struttura nuovi spazi per asili nido e scuole materne,  “che risultano piuttosto carenti nei villaggi della zona sud”. Un lustro dopo, si è ancora al punto di partenza, come ha avuto modo di appurare l’attuale presidente della Proloco Messina Sud in un recente sopralluogo. Dimenticato a ridosso del parco ferroviario dismesso di Rfi, fra fabbriche divelte, spiagge inaccessibili e catapecchie, a un tiro di schioppo dal cuore pulsante del quartiere, l’edificio costruito con fondi regionali (quasi 4 milioni di lire di allora) tra il 1958 e il 1964 e intitolato a Nino Scandurra, soldato morto nella I Guerra mondiale, troneggia ancora in mezzo ai campi come un monolite solitario.

Chiusa da un cancello in ferro che non ha impedito negli anni le scorribande dei vandali, la struttura è circondata all’esterno dalla vegetazione incolta, ha le finestre divelte, i muri imbrattati e al suo interno non è rimasto più nulla, a causa dei furti di arredi, cavi, porte e persino dei pannelli dei soffitti che si sono susseguiti nel corso del tempo. 

Un triste destino per un edificio di 500 metri quadri coperti e 5mila di terreno, oggi “istituto pubblico di assistenza e beneficenza” (Ipab), che fu realizzato con l’obiettivo di ospitare le attività di assistenza e di beneficenza per i poveri dell’Opera Pia, prima di essere utilizzato come colonia estiva della Regione e come sede dell’istituto industriale “Majorana” (fino al 2000), per passare infine in affidamento alla cooperativa “Azione Sociale”, nuovo locatario subentrato alla Provincia che aveva annunciato opere di ristrutturazione dell’edificio per ospitare al suo interno attività per servizi socio-sanitari.

Tante le destinazioni d’uso e tante le proposte avanzate negli anni per riqualificare la struttura, a partire dalle interrogazioni all’allora amministrazione Buzzanca del consigliere della II Circoscrizione Ciccio Gallo, fino alla proposta dei consiglieri Rosario Santoro, Giuseppe Crimi e Davide Siracusano di convertire i locali in una scuola: “Al momento l’edificio necessita di un intervento di ripristino che prevede certamente un impegno economico gravoso che bisogna quantificare per i lavori di adeguamento e di fruibilità per i servizi che si vogliano istituire – si legge in un comunicato datato marzo 2017 – Sarebbe opportuno una volta recuperata l’Opera Pia che essa divenga un ottimo plesso per le esigenze scolastiche del territorio. La struttura infatti si presta a tale servizio come d’altronde è avvenuto in precedenza, come richiesto dalle autorità scolastiche della Salvo D’Acquisto. Ma allo stato attuale nelle condizioni in cui si presenta non può essere usufruito pertanto bisognerà interfacciarsi con l’attuale commissario dell’Opera, con la Regione e il Comune per discutere sul suo recupero e l’assegnazione relativa”. 

Una richiesta, quella dei consiglieri, di cui si fanno carico anche la Pro Loco Messina Sud e l’Associazione Ionio:  “L’area in cui sorge quest’edificio – spiega Ivan Tornesi – è anche un luogo della memoria di questo quartiere. Testimonianza ne sono ancora gli orti che caratterizzavano tutta la fascia costiera di Contesse prima dell’espansione edilizia incontrollata e la graziosa Casina Marquett, la dependance della casa padronale della famiglia Marquett che si affacciava sull’antica strada del Dromo (attuale via Marco Polo), nei pressi della Chiesa della Calispera. Si tratta di uno dei tanti casi di edifici pubblici funzionanti e attivi prima di essere abbandonati al loro destino.  Ci sono le potenzialità anche per un riutilizzo creativo e culturale. Se si individua al più presto un percorso condiviso tra enti pubblici competenti, associazioni e cittadini, si possono sviluppare progettualità anche per bandi per la rigenerazione urbana”.

 

La casina, dependance della casa padronale della famiglia Marquett

 

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