MESSINA. Campagna elettorale dalle emozioni ridotte, confronti che scadono facilmente nella becera rissa e programmi che non accendono la fantasia. Neanche le grandi firme della politica nazionale hanno animato la contesa, da tappa fissa per le elezioni del 4 marzo a meta abbandonata per le amministrative del 10 giugno.

Tra i più attivi il Presidente della Regione Nello Musumeci, più volte presente al fianco del candidato del centrodestra Dino Bramanti. Peccato, però, che il governatore siciliano sia rimasto un’arma caricata a salve. Spettatore quasi silenzioso nel giorno della presentazione ufficiale delle liste al Palacultura, passeggero senza seguito nel tour cittadino di qualche giorno addietro con Bramanti come guida. Presente ma poco attivo (nelle occasioni istituzionali Musumeci ha sempre specificato che, da presidente della Regione, parla a nome di tutti i siciliani, non solo quelli della sua parte politica), forse un’occasione persa che non vedrà repliche visto l’annullamento della visita in calendario il prossimo 3 giugno, motivo la concomitanza con le celebrazioni del Corpus Domini e del Vascelluzzo.

Sempre il centrodestra a giocare le carte più pesanti. Al fianco di Bramanti ha fatto capolino anche Giorgia Meloni: la presidentessa di Fratelli d’Italia, accompagnata dalla deputata regionale Elvira Amata, ha regalato un paio d’ore alla campagna elettorale del candidato sindaco, travolta però dalle domande sul tema nazionale.

E’ stato nominato ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio dei ministri proprio oggi di Luigi Di Maio, che arriverà il prossimo 3 giugno. Il leader politico del M5S dovrebbe essere in città, insieme tra gli altri ad Alessio Villarosa e Francesco D’Uva, per l’evento di punta della campagna del candidato Gaetano Sciacca. Nessuna modifica è stata comunicata, chiaro però che le continue evoluzioni tra M5S-Lega e Quirinale possano trattenere  Di Maio a Roma.

Prevista ma non ancora fissata, invece, la presenza in città di Luigi De Magistris, il sindaco di Napoli grande amico e sostenitore di Renato Accorinti. L’ultimo incontro tra i due è vecchio di qualche giorno, trasferta nel capoluogo partenopeo per Accorinti con la promessa di una visita presto ricambiata.

Grande assente è, invece, il Partito Democratico. La candidatura di Antonio Saitta non è stata accompagnata da visite istituzionali dei Dem, con l’ultima assenza del segretario reggente Maurizio Martina, appuntamento cancellato viste le complicate vicende romane. Cinque anni fa fu presente un Matteo Renzi in ascesa, fortemente voluto da Francantonio Genovese, per amplificare la campagna di Felice Calabrò, e l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta era presenza praticamente costante. Appuntamento rispettato, invece, per il deputato nazionale di LeU Guglielmo Epifani ospite di un incontro sul tema scuola: il minimo sindacale, per un deputato eletto nel collegio di Messina.

Sono lontani i tempi dei grandi codazzi al seguito dei Berlusconi o dei Renzi, segno dei tempi e del minore peso dei partiti tradizionali nella città di Messina. La situazione intricata del governo nazionale avrà influito, netta però la sensazione che la geografia politica messinese sia in mutamento.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments