MESSINA. Nuovo capitolo dell’appassionante guerra a distanza e a puntate tra Cateno De Luca e Dino Bramanti, immediatamente successivo alla tregua siglata sabato con la firma dei due candidati sotto il “patto per Messina” e durata un paio d’ore.
Dopo le stoccate di De Luca, e la risposta per interposta persona di Bramanti, tocca di nuovo a un De Luca stranamente “istituzionale” spiegarsi. E ribadire, nella sua peculiare maniera, di non avere nulla contro Bramanti e molto invece contro la compagine che lo sostiene.
“Dispiace molto leggere quanto scritto dal professore Bramanti che oggi ha trovato il pretesto di difendere Antonio Briguglio per attaccare il sottoscritto, facendo intendere che lui avrebbe uno stile ed io no – inizia il deputato regionale – Voglio ricordare a Dino Bramanti che non l’ho mai attaccato personalmente e che il nostro accordo non prevedeva che io non potessi più esprimere opinioni o critiche politiche sia pure colorite”. A dirlo il candidato sindaco Cateno De Luca che aggiunge: “Ho attaccato il “sistema gettonopoli” ed i suoi esecutori. Ho attaccato il metodo di ricerca del consenso fotografato dall’inchiesta “Matassa”. Ho attaccato le consorterie e gli apparati che ora sostengono Bramanti, convinto che egli non ne abbia bisogno e se ne volesse liberare, ma evidentemente non è così”.