MESSINA. Sono 80milioni di euro quelli destinati alla trasporto navale” pubblico” sullo Stretto di Messina, provenienti direttamente dal piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). I fondi sono stati stanziati con il decreto legge numero 59 del 6 maggio 2021, convertito il primo luglio 2021 in legge. Il progetto prevede la costruzione di tre nuove navi veloci (circa 60milioni di euro) e l’ibridazione di tre navi per il trasporto treni e merci (circa 20milioni di euro).

La decisione ha origine dal problema legato allo scarso numero di mezzi disponibili sulla rotta: si legge nel piano degli investimenti complementari al PNRR “L’attuale modello di esercizio di Blu Jet prevede 15 coppie di corse al giorno nella relazione Messina – Villa San Giovanni ed è attuato con 1 mezzo in linea, 1 di riserva calda, utilizzato frequentemente ogni giorno a causa dei ritardi dei treni in arrivo/partenza e n° 1 mezzo noleggiato per sopperire ai periodi di sosta per esigenze manutentive per i mezzi di proprietà sempre più frequenti a causa dell’intenso utilizzo.” L’allegato, inoltre, prevede la costruzione dei mezzi con motori a “propulsione GNL (gas naturale liquido)/Elettrica”. La gara per l’appalto dei tre mezzi veloci è stata espletata dalla Rete ferroviaria italiana (RFI), prevedendo un importo netto di circa 52milioni di euro, iva esclusa. Il bando opta per  una propulsione “Dual Fuel (LNG/Diesel)-elettrico, alimentate da sistema integrato ibrido costituito da gruppi generatori Dual Fuel e batterie”. Il bando di gara è stato pubblicato il 28 dicembre 2021 ed è scaduto circa due settimane fa, il 6 aprile 2022.

Dei restanti 80milioni di euro è previsto un investimento di circa 20milioni per l’ibridazione di tre navi trasporto treno già in servizio delle Rfi. Il cronoprogramma, previsto all’interno del documento del Ministero dell’economia e della finanza (Mef), dichiara: “predisposizione entro l’anno 2021, ed il completamento entro giugno 2022, ovvero alla consegna dei pacchi batterie la cui fornitura è prevista dopo 1 anno dall’acquisto. L’ibridizzazione della nave Messina già in esercizio dal 2013 avverrà entro il 2024″. Mancherebbe in questo elenco solo una nave che è stata commissionata sempre dalla stessa Rfi con un bando di gara pubblicato nell’agosto 2021 e scaduto nell’ottobre dello stesso anno. Anche per questa imbarcazione è prevista l’istallazione di motori Dual fuel a Gnl/diesel ed elettrico. Il lotto di gara è di 73milioni di euro.

La riconversione green della flotta navale di Rfi prevede, dunque, un’infrastruttura per il rifornimento e l’erogazione del Gnl. La polemica innescata nella scorsa settimana, con botta e risposta tra il presidente Mario Mega  e dei vari candidati sindaco e la creazione di comitati NO-DEPOSITO, dopo il progetto di fattibilità dell’Autorità di sistema dello Stretto di Messina per la realizzazione di deposito di gas liquido presso l’area marittima di Pistunina è frutto anche del Pnrr. Il piano nazionale, infatti, prevede alla stessa voce del finanziamento del rinnovo della flotta, la costruzione di depositi di gas liquefatto in Italia, soprattutto al Meridione. Questa voce ha un finanziamento previsto di circa 222milioni di euro, di cui una parte destinati a “due navi di piccole dimensioni per il bunkeraggio del combustibile”. Ma non i depositi di Gnl non sono citati solamente all’interno del progetto del Mef: sul sito Italiadomani, destinato integralmente al Pnrr, c’è una pagina riportante l’investimento europeo rispetto la costruzione di un deposito del combustibile liquido all’interno dell’area in cui opera l’Autorità di sistema. In totale sono previsti 50milioni di euro per la realizzazione. L’avvio dei lavori è stabilito entro marzo 2023 con l’aggiudicazione della gara d’appalto e l’ultimazione entro il giugno 2025, con il collaudo previsto per il 2026.

 

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