di Alessandra Cutrupia

MESSINA. Messinesi, influencer e appassionati di giochi di ruolo (GdR). Il progetto D20 Nation nasce nel 2017 nella Città dello Stretto dalle menti di Letterio Briguglio (@Henvil) e Umberto Spaticchia (@Humberdale), che hanno deciso di parlare di GDR su Youtube quando ancora nessuno ne parlava in Italia: «Un gioco di ruolo, è paragonabile a un’improvvisazione teatrale in cui si seguono delle regole immergendosi in un universo narrativo» spiega il duo all’incontro organizzato all’Officina del Sole di via Venezian.

Ma in cosa consistono i giochi di ruolo? Si tratta di giochi in cui i partecipanti assumono a tutto tondo il ruolo di uno o più personaggi e tramite la conversazione e lo scambio dialettico creano uno spazio immaginario, dove avvengono fatti ed eventi fittizi. Le regole di un gioco di ruolo indicano come, quando e in che misura ciascun giocatore può influenzare la storia: «C’è chi interpreta in prima persona il proprio personaggio chi in terza persona» hanno spiegato Letterio e Umberto.

«È partito come un gioco- raccontano- poi è diventato un lavoro. Oltre alla preparazione del master (la figura che dirige il gioco ndr.) che crea la storia, c’è anche la grafica, il profilo sui social e gli inviti agli eventi. Abbiamo avuto collaborazioni con Hasbro e Wizards of the Coast, ci siamo ritrovati a lavorare con alcune personalità italiane come il doppiatore di Loki e quelli di Rick e Morty, dato che esiste un’espansione di Dungeons and Dragons a loro dedicata»

«Molti si spaventano della mole di pagine dei manuali di gioco, come se per giocare fosse necessario conoscere a memoria le regole -spiegano i ragazzi, che in sette anni hanno collezionato 40mila iscritti tra Youtube e Twitch e sono chiamati a partecipare a fiere in tutta Italia tra cui Play (Modena) e Lucca Comics- ma nel panorama internazionale ormai si vuole interpretare liberamente il proprio personaggio senza troppi vincoli»

«Anche i giocatori più timidi possono rivelarsi espansivi nel gioco -continuano- Il GdR è capace di annullare l’esclusione sociale in quanto per giocare bisogna essere in tanti. Quando si pensa al gioco si fanno riferimento a stereotipi come quello dell’Hikikomori, ma nel caso del GdR l’effetto è l’opposto»

«Al Sud è comune l’idea che il gioco di ruolo sia pericoloso perché negli anni 70 era associato a cose occulte, esoteriche -ha poi continuato Henvil- Dunque è possibile che una persona particolarmente sensibile psicologicamente possa immedesimarsi così tanto nel gioco da perdere contatto con una realtà che lo repelle e arrivare ad atti estremi come il suicidio. Bisogna avere contezza che il gioco è finzione, se questo si perde di vista si può arrivare all’alienazione»

«Si tratta di una dinamica che può riguardare persone sensibili dal punto di vista psicologico, ma non si può cercare di deresponsabilizzare il problema dando la colpa al gioco» ha aggiunto il fumettista messinese Lelio Bonaccorso, cofondatore dell’Officina del Sole.

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