MESSINA. “I tecnici di e-distribuzione avvieranno sin da subito una campagna di indagini e prove tecniche per attuare gli interventi risolutivi alle problematiche rilevate”: lo scrive l’Amam, in una nota di ieri pomeriggio, quinto giorno di emergenza idrica in citta (in alcune zone, le solite sventuratissime zone di Tremonti, viale Regina Elena, Ritiro, zona nord e villaggi), dopo un sopralluogo congiunto col fornitore di energia elettrica, E-distribuzione, contro cui la stessa Amam per quattro giorni ha puntato il dito, ritenendo l’azienda attiva nel mercato energetico responsabile dei disservizi nella fornitura di corrente che hanno impedito il corretto funzionamento della stazione di pompaggio di torre Rossa, ma anche di mancata comunicazione dei guasti.
In pratica, a quasi una settimana dall’erogazione a singhiozzo, per poche ore al giorno, e con una pressione insufficiente, la partecipata che si occupa di acquedotto sta compiendo “indagini e prove tecniche”, sperando di trovare il bandolo della matassa. “Enel al momento ha garantito una fornitura ordinaria. Nel caso di ulteriori micro interruzioni e-distribuzione ha assicurato un supporto tecnico potenziato e una maggiore tempestività negli interventi”, ha aggiunto il comunicato, leggendo il quale non si capisce nè se il problema persiste, nè se e quando l’erogazione tornerà normale.
In tutto questo, dallo scorso finesettimana ci sono intere zone coi rubinetti con un filo d’acqua, e cittadini che non sanno quando la penuria d’acqua terminerà. Non solo: E-distribuzione ieri pomeriggio ha ribattuto alle accuse da parte di Amam, precisando che “le interruzioni non dovrebbero avere ripercussioni sui sistemi di pompaggio degli impianti idrici gestiti da AMAM, a meno che questi non siano privi delle protezioni tecniche normalmente previste per tutelarli da simili eventi”. Secondo quanto comunicato da E-distribuzione, le interruzioni registrate sarebbero conseguenza delle “elevate temperature che hanno investito la città e l’intero territorio nelle ultime settimane. Le condizioni climatiche estreme, infatti, hanno provocato alcune brevi e temporanee sospensioni dell’erogazione dell’energia elettrica, fenomeni che – spiega la società – rientrano nella fisiologia del sistema elettrico in caso di eventi meteorologici particolarmente intensi”. E siamo appena a giugno.
Dall’ordinanza del sindaco Federico Basile di ieri, che di fatto dichiarava l’emergenza idrica istituendo il centro operativo comunale di protezione civile, emergeva il fatto che i guasti sono iniziati il 25 maggio, giorno a partire dal quale, recita l’ordinanza, “si sono susseguiti costanti e continui distacchi di alimentazione elettrica del sito” che hanno determinato un minore afflusso di acqua. Come mai Amam in quasi tre settimane non è intervenuta, se non con un paio di comunicati? Ieri il Pd chiedeva (domanda retorica) se fossero stati attivati generatori di corrente o gruppi elettrogeni, ricordando l’acquisto di due dispositivi d’emergenza per 430.000 euro nel 2023. In tutto questo, l’estate non è nemmeno iniziata.
Non c’è stata alcuna temperatura eccezionale, 27-30 gradi sono normali a giugno. Il fornitore della corrente se la prende comoda e AMAM ci marcia. La fornitura di acqua ai cittadini non può essere lasciata al comodo di enti infingardi e bugiardi. Intervenga il silenzioso prefetto e se occorrono potenti gruppi elettrogeni si requisiscano all’ ENEL, che li ha, per alimentare le pompe della AMAM.